Le donnole del rabbi. Compassione e misericordia nell'ebraismo - 9788810567241

Le donnole del rabbi. Compassione e misericordia nell'ebraismo: Il grande Rabbi Yehudah soffrì per tredici anni poiché non aveva avuto compassione di un vitello portato al mattatoio. Ma poi fu risanato perché, citando un salmo sulla misericordia, salvò delle piccole donnole.Perché la compassione si dispieghi occorre che trovi almeno tre compagni di cammino. Ci deve essere sommovimento di viscere, vera vicinanza e la presenza di un positivo senso di colpa. Se siamo impassibili e guardiamo con distacco la sofferenza altrui, il cuore non è mosso a compassione e restiamo freddi, non compassionevoli, perché nessuno può essere coinvolto se resta distante.Una riflessione su tre radici verbali della lingua ebraica consente di approfondire il tema. La prima è connessa alle viscere o più specificatamente all'utero, la seconda all'abitare e la terza è legata a un'ambivalenza profonda poiché significa tanto pentirsi quanto consolare. Se non si avverte come sperequazione inaccettabile e ingiustificata il confronto tra la propria salute e la malattia altrui, tra la propria pienezza e la mancanza inscritta nella vita del nostro prossimo, tra la propria gioia e la tristezza dell'altro, tra la propria fiducia e l'altrui disperazione non si è mossi ad autentica compassione.
The great Rabbi Yehudah suffered for 13 years because he had had no compassion to a veal led to the slaughterhouse. But then it was restored because, quoting a Psalm on mercy, rescues of small weasels. Because sympathy should unfold at least three fellow travellers. There must be real, bowel movement and the presence of a positive sense of guilt. If we are unmoved and watch with detachment the suffering of others, the heart is not moved with compassion and remain cool, not compassionate, because nobody can get involved if it remains distant. A reflection on three verb roots of the Hebrew language allows you to explore the theme. The first is related to the bowel or more specifically to the uterus, according to housing and the third is related to a deep ambivalence because it means so much to repent as to console. If not perceived as unacceptable and unjustified inequality comparisons between their health and the illness of others, between his own fullness and lack written into our neighbor's life, between his own joy and sadness of others, among its confidence and others ' despair has not moved to authentic compassion.