Forse sogno di vivere. Una bambina rom a Bergen-Belsen - 9788880572763
di Ceija Stojka Berger K. (cur.) edito da Giuntina, 2007
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Forse sogno di vivere. Una bambina rom a Bergen-Belsen
- Autori : Ceija Stojka Berger K. (cur.)
- Editore: Giuntina
- Collana: Schulim Vogelmann , Nr. 136
- Data di Pubblicazione: 2007
- Genere: storia d'europa
- Argomenti : Campi di concentramento Nazismo
- Pagine: 82
- Curatore: Berger K.
- Traduttore: Paventi E.
- Dimensioni mm: 199 x 119 x 11
- ISBN-10: 8880572768
- ISBN-13: 9788880572763
Forse sogno di vivere. Una bambina rom a Bergen-Belsen: Reduce dalla deportazione ad Auschwitz e Ravensbrück, l'undicenne Ceija Stojka giunse nel campo di concentramento di Bergen-Belsen al principio del 1945. Vi sarebbe rimasta - insieme alla madre e ad altri parenti - fino all'aprile dello stesso anno, quando il lager venne liberato dai soldati dell'esercito britannico. Di lì a poco poté intraprendere il lungo viaggio per tornare nella sua città, Vienna. Dopo oltre mezzo secolo, l'ormai settantenne Ceija Stojka ricorda i mesi trascorsi a Bergen-Belsen. Descrive senza enfasi la spaventosa quotidianità - l'onnipresenza della morte, il tormento della fame, le violenze subite, la ferma volontà di sopravvivere - e ce ne restituisce un'immagine vivida. Pur avendo visto di quali crudeltà gli esseri umani sono capaci, le parole di Ceija Stojka non tradiscono odio né amarezza. Da esse traspare piuttosto un ostinato interrogarsi su un aspetto: come hanno potuto, tanti uomini, mettersi così ciecamente nelle mani di un altro uomo, di un regime sanguinario? Il suo racconto non fornisce risposte al riguardo ma trae esplicitamente origine da una impellente necessità: ricordare per combattere la sopraffazione e l'oblio, poiché ciò che è stato può ripetersi.
Returning from deportation to Auschwitz and Ravensbr??ck, eleven-year-old Ceija Stojka arrived at Bergen-Belsen concentration camp in early 1945. There would remain--along with her mother and other relatives--until April of that year, when the camp was liberated by the soldiers of the British army. Soon he was able to undertake the long journey to return to his city, Vienna. After more than half a century, the now septuagenarian Ceija Stojka remembers the months spent in Bergen-Belsen. Describes without emphasis the appalling daily life-the omnipresence of death, the torment of hunger, violence, a firm determination to survive--and returns a vivid image. Despite having seen what cruelty human beings are capable of, Ceija Stojka's words betray no hatred or bitterness. They reflected rather an obstinate wonder about one thing: how could they, so many men, so blindly in the hands of another man, a bloody regime? His account does not provide answers about it but draws explicitly from a pressing need: remember to fight oppression and oblivion, since what was can be repeated.
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Non conoscevo ’olocaustodegli Zingari come quasi a totalitàdei cittadini europei, questo ibro mi ha aperto gli occhi sul pregiudizio, adiscriminazione a sofferenza subita e nel tempo e nela storia. E..mi vieneda pensare che se non è riconosciuta è violenza ancora perpetrata.