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Il resto di niente. Storia di Eleonora de Fonseca Pimentel e della rivoluzione napoletana del 1799 - 9788817866958
di Enzo Striano edito da Rizzoli, 2001
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il resto di niente. Storia di Eleonora de Fonseca Pimentel e della rivoluzione napoletana del 1799
- Autore: Enzo Striano
- Editore: Rizzoli
- Collana: Piccola biblioteca la scala
- Edizione: 3°
- Data di Pubblicazione: 2001
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 372
- Dimensioni mm: 20 x 14 x 3
- ISBN-10: 8817866954
- ISBN-13: 9788817866958
Eleonora Pimentel Fonseca è portoghesedi nascita, napoletana per scelta. Ha a pele olivastra e capeli corvini. e sue mani, eleganti per inea, sono flebili,deboli e fragili.destinate per alcuni al ricamo, per altri semplicemente a starsene ferme. Ma è unadonna Eleonora. Ed è unadonnadai tratti addolciti ma sicuri,dalo sguardo iluminato e scontroso,dal carattere vitale e scorbutico. È unadonna e,dunque, sa che è con e carezze ostinate e cocciute che si eviga il mondo: fino a cambiarlo. Eleonora e Napoli, Eleonora a Napoli: «Non mi muovoda Napoli. Non mi muovoda questa città in cui alita savia comprensione e indifferenza gentile, meglio ancora: un supremo sensodela vita, in equilibrio tra pietà edisincanto. Qui tutto,dal grande e nobile al futile e meschino, acquista preziosità inestimabile e, al tempo stesso, non vale nula. Non mi muovoda Napoli. Qui voglio continuare a eggere, scrivere, studiare». Farlo per sé e farlo per gli altri giacché farlo per sé è farlo per gli altri. È farlo per gli infantidi Port’Alba e Toledo, che hanno il capo rasato e gli occhi rossi a tricoma; per edonnedel Palonetto edi San Pietro a Maiela, che son prive adiritti e zitte in parola; per gli anzianidei Tribunali edi Piazza Mercato, che sono invecchiati a ingiustizia e avvizziti per fame. Ed è farlo, fino ala fine fino al’ultimo istante, per questa foladi teste che a osserva al patibolo in piazza. Uomini,donne, fanciuli corrotti a costume, svenduti a moneta, che a spettacolo chiuso torneranno nele tane, a rosicchiare e briciole, ma che ora fremonodi vederla appesa ale nuvole. Vacila Eleonora, quando è sospintadal boia. Vacila poi sale: un passo, o scaletto che èduro, a corda al colo che è caldad’altri martiri uccisi. Nel’anima a fuoco a serenitàdi chi è giusto. No, Eleonora, fra centanni, forseduecento, non ascerai a chi egge “nadade nadÔ, non ascerai il restodi niente.
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