La coscienza di Zeno. Ediz. critica - 9788843054831

La coscienza di Zeno. Ediz. critica: Diceva Roland Barthes: "Il critico non può pretendere di tradurre l'opera, e in particolare di chiarirla, giacché nulla è più chiaro dell'opera. Egli può invece generare un certo senso, derivandolo da una forma che è l'opera". Qual è il "senso" della "Coscienza dimeno"? Questa edizione commentata del capolavoro dello scrittore triestino mira ad individuare i problemi linguistici e i rapporti con la psicologia e la psicanalisi; a definire gli aspetti ideologico-sociologici del romanzo; a stabilire i riferimenti col naturalismo e il positivismo, i nessi col darwinismo, con la filosofia tedesca; a collocare l'opera all'interno della narrativa italiana ed europea, a inserirla nell'ambito del decadentismo, a scandagliare i vari paralleli con Freud e con Joyce e Proust, Kafka e Musil, con l'ebraismo, con i modelli Leopardi, Schopenhauer, Nietzsche, con la cultura mitteleuropea e via dicendo, ovvero le sempre nuove sfaccettature che un testo come la "Coscienza", costruito sui limiti del possibile, continua (e continuerà) ancora a rivelare. Zeno, allora, quest'uomo sconosciuto inventato da Schmitz-Svevo, fuori da ogni canone letterario, unico e diverso nell'ambito della letteratura italiana, emerge con tutte le sue psico-patologie della vita quotidiana, tra colpe e innocenza, verità e bugie, nichilismo e fobie, perennemente in crisi, con le sue molteplici visioni e proiezioni, le sue negazioni e gli infiniti contrari.
Roland Barthes used to say: "the critic cannot pretend to translate the work, and in particular to clarify it, since nothing is clearer than the opera. He may instead generate a sense, derived from a form that is the work ". What is the "sense" of "nevertheless" Consciousness? This annotated edition of the masterpiece of the writer from Trieste aims to identify language issues and relations with psychology and psychoanalysis; define ideological-sociological aspects of the novel; to establish references with naturalism and positivism, the linkages with Darwinism, with German philosophy; to place the work within the Italian and European narrative, insert it under the decadent movement, to fathom the various parallels with Freud and with Joyce and Proust, Kafka and Musil, with Judaism, with Leopards, Schopenhauer, Nietzsche, with Central European culture and so on, which are always new facets that text as the "conscience", built on the limits of the possible, continues (and will continue) yet to reveal. Zeno, then, this unknown man invented by Schmitz-Svevo, out of any literary Canon, unique and different in the context of Italian literature, emerges with all its psycho-pathology of everyday life, between guilt and innocence, truth and lies, nihilism and phobias, perpetually in crisis, with its multiple views and projections, its denials and the endless antonyms.