Come vivere in modo più confortevole - 9788845930843

Come vivere in modo più confortevole: "Balzac sembra un oste, Joyce il contabile di un'impresa di pompe funebri, Eliot il direttore di una clinica psichiatrica, e Heinrich Mann un farmacista che abbia appena deciso di avvelenare i suoi concittadini senza eccezione": sono le considerazioni suggerite alla Szymborska dalla lettura di un Piccolo dizionario degli scrittori di tutto il mondo. O meglio: dall'apparato iconografico, giacché è su quello che si è concentrata tutta la sua attenzione. Difficile immaginare un recensore più idiosincratico, inaffidabile, parziale. E più irresistibile. Le sue, d'altro canto, non sono neppure recensioni: piuttosto, letture "non obbligatorie", rapporti di un'impagabile lettrice amatoriale. Che ad ogni libro che le capiti fra le mani - libri che altri disdegnerebbero, del genere Il Guinness dei primati del cinema - sa guardare da un'angolatura che ci spiazza e ci conquista. Chi se non la Szymborska ammetterebbe, con disarmante franchezza, di aver colto, nei Sette stati della materia, solo qualche frase, e saprebbe poi trasformare la sconfitta in una geniale riflessione sullo snobismo di chi coltiva "l'antica aspirazione a sapere tutto, sia pure a grandi linee"?
"Balzac seems an innkeeper, Joyce the accountant of a funeral home, Eliot, the Director of a psychiatric clinic, and Heinrich Mann a pharmacist who has just decided to poison his fellow citizens without exception": these are the considerations suggested to Szymborska from reading a small dictionary of writers across the world. Or rather: the iconographic apparatus because it is on that that focused all of his attention. Hard to imagine a more idiosyncratic reviewer, unreliable, partial. And more irresistible. Her, on the other hand, they are not even reviews: rather, it reads "non-compulsory", reports of a priceless amateur reader. That for every book that happens between your hands-books that other music would rather, like the Guinness Book of world records-sa look the angle that it displaces and conquest. Who but the Szymborska would admit, with disarming frankness, I took, in the seven States of matter, just a few sentences, and could then turn defeat into a brilliant reflection on the snobbery of those who cultivate "the ancient desire to know everything, even in broad terms"?