La vita imperfetta - 9788893230735

La vita imperfetta: "Tabucchi è uno di quegli autori di cui più si parla e più si sbaglia. E più si sbaglia e più ci si allontana dal senso dei suoi libri. L'ho avvertito, come una specie di sortilegio, ogni volta che ho tentato di spiegare a qualcuno chi sia Antonio Tabucchi. Una volta mi sono trovato a dire è un autore dell'enigma, un'altra che sarebbe la personificazione dello stupore una volta liberato dal suo oggetto, un'altra ancora che Tabucchi potrebbe averci detto quello che non si può conoscere, insomma, invariabilmente la definizione di Tabucchi si allontanava da lui e i libri che ci ha consegnato ricadevano in un sistema interpretativo a cui non potevano e non volevano - ma soprattutto non dovevano - venire ricondotti. L'opera di Tabucchi - la sua stessa poetica - dà accesso a una dimensione sempre più interna del labirinto che solo nel momento della lettura può essere colta. Senza approdi, è una poetica dell'approdo. Senza mete, è una poetica del viaggio. Giacché di questo infine si tratta, quando si tratta di Tabucchi: di un autore il cui lascito, la cui eredità e il cui portato di indetinibilità essenziale rischia di diventare negli anni altrettanto importante di quello di Pessoa. Ma il cui contributo di originalità rischia, a sua volta, di non raccogliere che indegni eredi. In queste pagine ne abbiamo - credo - l'ennesima prova. Tabucchi parla, e nel parlare spiega. Ma nello spiegare e parlare, come sempre, allude e non proclama, non sillogizza. Molto del suo animo si svela, molta sua personalità si appalesa. Ma molto altro torna a richiamare quelle lontananze, quelle ulteriori
"Tabucchi is one of those authors that the more you talk about, the more you are wrong. And the more you get it wrong, the further away you are from the meaning of his books. I sensed it, as a kind of sort of sort, every time I tried to explain to someone who Antonio Tabucchi is. Once I found myself saying he is an author of the enigma, another who would be the personification of amazement once freed from his object, another that Tabucchi might have told us what you can not know, in short, invariably the Tabucchi's definition distanced himself from him and the books he handed us fell into an interpretive system to which they could not and did not want - but above all they did not have to - be brought back. Tabucchi's work - his own poetics - gives access to an increasingly internal dimension of the labyrinth that can only be caught at the moment of reading. Without landings, it is a poetic of the landing. Without goals, it is a poetic of the journey. Since this is finally, when it comes to Tabucchi: an author whose legacy, whose legacy and the extent of essential indistinction is likely to become in years just as important as that of Pessoa. But whose contribution of originality risks, in turn, not to collect that unworthy heirs. In these pages we have - I believe - yet another proof. Tabucchi speaks, and in speaking he explains. But in explaining and speaking, as always, he alludes and does not proclaim, he does not syloze. Much of his soul is revealed, a lot of his personality is appalesed. But much more comes back to recall those distances, those further