L'umore - 9788862749688

L'umore: 'In continuità col celebre dialogo sulla vita in villa del 1559, l'Umore del 1564 di Bartolomeo Taegio è un dialogo sul vino, la vinificazione e la viticultura, che si immagina tenuto, sullo fondo della vendemmia, nella villa suburbana di Robecco. Dapprima, in un tono prevalentemente paradossale, ma con venature filosofiche, Taegio esalta il vino fonte di conoscenza e di poesia, «sacro e soavissimo licore» amico delle Muse e degli dèi, «fermo e vero fondamento della vita nostra, rallegratore del cuore, regeneratore delli spiriti, e potentissimo restauratore de tutte le forze e operazioni corporali». La discussione si cala poi nella concretezza della vita operosa di un gentiluomo di Antico Regime e ci restituisce una preziosa sinossi di credenze e tecniche rimaste immutate per secoli, che testimoniano la continuità ininterrotta dei saperi e delle pratiche in questa branca dell'agricoltura. Bartolomeo si appoggia «sopra la ragion naturale, sopra l'esperienza e sopra l'autorità degli antichi maestri» (Virgilio, Plinio, Columella, Palladio, Crescenzio, (...)'.
'In continuity with the famous dialogue on life in the villa of 1559, Bartolomeo Taegio's 1564 Umore is a dialogue on wine, winemaking and viticulture, which is imagined held, at the bottom of the harvest, in the suburban villa of Robecco. At first, in a predominantly paradoxical tone, but with philosophical veins, Taegio exalts the wine as a source of knowledge and poetry, "sacred and very sweet licore" a friend of the Muses and gods, "firm and true foundation of our life, rejoating of the heart, regenerator of spirits, and very powerful restorer of all forces and bodily operations." The discussion then descends into the concreteness of the industrious life of a gentleman of ancient regime and gives us a precious synopsis of beliefs and techniques that have remained unchanged for centuries, testifying to the uninterrupted continuity of knowledge and practices in this branch of agriculture. Bartholomed leans "above the natural reason, above the experience and above the authority of the ancient masters" (Virgil, Pliny, Columella, Palladio, Crescenzio, (...)'.