Saluti da Buenos Aires - 9788896184110

Saluti da Buenos Aires: "Potrò fare qualsiasi professione ma sono e rimarrò un ex calciatore. Oggi faccio l'avvocato ma potrei fare il panettiere, l'astronomo o il venditore di giocattoli: mi sentirei pur sempre un ex calciatore. È una faccenda complicata, come tutte quelle che riguardano la profondità della coscienza. Per spiegarla potrei tentare di rifarmi a quella spaccatura, di cui tutti abbiamo fatto esperienza, tra il fuori e il dentro, tra l'essere e l'apparire, tra il dovere e il piacere, tra l'obbligo e la scelta, tra il cervello e il cuore. Nel mio caso tutto, il dentro, l'essere, il piacere, la scelta, il cuore, è rimasto attaccato al pallone e allo sport. Anche se ho frequentato solo campi di provincia, ben lontano da soldi, fama e veline. Anche se posso vantare solo tristi primati, come quello di essere l'unico calciatore della storia ad essersi fratturato il femore nel corso di una partita. Avevo 17 anni e giocavo nei ragazzi della Juventus. Ho cominciato allora a scrivere questo libro, nel quale ho voluto celebrare lo sport, inteso come luogo dell'anima, come meraviglioso crogiolo nel cui fuoco eterno vive e si consuma in un istante, in una parossistica esaltazione, gioia e dolore. Troverete quattordici racconti; ogni racconto si inquadra nella cornice di una diversa disciplina sportiva. C'è anche il calcio, naturalmente, peraltro l'unico racconto interamente autobiografico. È lì infatti che ho rievocato i drammatici momenti del mio infortunio."
"I can do any job but I'm and I will remain a retired. Today I make the lawyer but would make the Baker, astronomer or seller of toys: would I feel still a retired. And a tricky, like all those which relate to the depth of consciousness. To explain it I could try to get it back to that split, we all experienced between the inside and the outside, between being and appearing, between duty and pleasure, between obligation and choice, between the brain and the heart. In my case, the inside, the being, the pleasure, the choice, the heart, remained attached to the balloon and sport. Although I attended provincial fields only, well away from money, fame and Showgirls. Although I can boast only sad firsts, such as being the only footballer ever to have fractured his femur during a game. I was 17 years old and I was playing in the boys club Juventus. I began then to write this book, in which I wanted to celebrate the sport, seen as part of the soul, how wonderful the crucible in which fire Lord liveth and consumed in an instant, in a feverish excitement, joy and sorrow. You'll find fourteen tales; Each tale is set in a different sport. There's also football, of course, also the only tale entirely autobiographical. And there, in fact, that I recalled the dramatic moments of my injury. "