Il negozio all'italiana. Spazi, architetture e città - 9788867742080

Il negozio all'italiana. Spazi, architetture e città: In occasione della Terza Biennale di Monza, nel 1927, Guido Marangoni fece allestire un reparto di "botteghe d'arte" con il compito principale di "servire d'esempio e d'incitamento per una maggiore cura del negozio e della vetrina". I risultati, con poche eccezioni, non furono particolarmente apprezzati dal promotore dell'iniziativa, eppure è proprio a questo primo confronto pubblico sulla questione dei negozi che oggi si potrebbero far risalire le origini di una riflessione sull'estetica dei luoghi di vendita in Italia. Una riflessione che iniziò presto a dare risultati degni di nota visto che, già alla fine degli anni venti, le riviste di settore volsero la propria attenzione alle architetture per il commercio e ai relativi arredamenti, considerandoli esemplificativi della modernità e delle tendenze estetiche più aggiornate. Da allora, il discorso sui negozi si è arricchito di casi esemplari, protagonisti e problematiche risultando in un campo d'indagine che, fino ad oggi, non è ancora stato sufficientemente esplorato. Svelare gli aspetti poco noti e ignoti di questa vicenda grazie a inediti materiali d'archivio, rivedere il contributo di alcuni dei protagonisti del settore, tracciare una riflessione critica sul progetto dello spazio in relazione alla merce e analizzare l'iconografia che ha accompagnato lo svolgimento di questo discorso fino all'epoca contemporanea sono solo alcuni degli obiettivi del volume che, così facendo, colma una lacuna bibliografica necessaria per comprendere il ruolo culturale del negozio, inteso come medium fra il mondo di chi produce e quello d
On the occasion of the third biennial of Monza, in 1927, Guido Marangoni had set up a department of "art workshops" with the main task of "serving of example and incitement for a better care of the shop and the Showcase". The results, with few exceptions, were not particularly appreciated by the promoter of the initiative, yet it is precisely to this first public confrontation on the question of the shops that today could be traced back to the origins of a reflection on the aesthetics of Places of sale in Italy. A reflection that soon began to give notable results since, already at the end of the twenties, the magazines turned their attention to the architectures for the trade and its furnishings, considering them as examples of modernity and Of the most up-to-date aesthetic trends. Since then, the discourse on shops has been enriched with exemplary cases, protagonists and problems resulting in a field of investigation that, until now, has not yet been sufficiently explored. Revealing the little known and unknown aspects of this story thanks to unpublished archival materials, reviewing the contribution of some of the protagonists of the sector, draw a critical reflection on the project of space in relation to the goods and analyse The iconography that accompanied the performance of this discourse until the contemporary era are only some of the objectives of the volume which, in doing so, fills a bibliographical gap necessary to understand the cultural role of the shop, understood as Medium between the world of those who produce and that D