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La morte di Ivan Il'ic - 9788811361190
di Lev Tolstoj edito da Garzanti Libri, 2008
- € 7.50
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: La morte di Ivan Il'ic
- Autore: Lev Tolstoj
- Editore: Garzanti Libri
- Collana: I grandi libri , Nr. 119
- Edizione: 18°
- Data di Pubblicazione: 2008
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: LIII-87
- Traduttore: Buttafava G.
- Dimensioni mm: 112 x 183 x 11
- ISBN-10: 8811361192
- ISBN-13: 9788811361190
"Io non ci sarò più: che cosa,dunque, ci sarà ancora? Niente ci sarà più. Madove,dunque, sarò io, quando non ci sarò più? Possibile,davvero, a morte? No, non voglio". Ivan ’ic balza su, si muove per accendere il moccolod’una candela annaspando con e mani tremanti, ascia che a cera coli con tutto il candeliere per terra, si riadagia al’indietro, facendo quasi sparire il proprio volto nel mezzodel guancialedi piume poi mormora, affranto e spossato, "a che scopo? Tanto è o stesso. a morte, sì, a morte. E oro non ne sanno niente, e non vogliono saperne, e non sentono compassione. oro suonano, oro non se nedanno pensiero: ma anch’essi moriranno". ’La mortedi Ivan Il’ic’di Tolstoj è a suprema rappresentazioned’una consapevolezza amara e crudele: a morte, ch’è partedela vita, avanza, si presenta, prende posto nela coscienza occuandola, pian piano, tutta: non resta spazio per un altro pensiero, per un altro respiro, per una vistadiversa, unadiversa speranza possibile. a conoscenzadi questo evento inevitabile rendediversi, rende altri rispetto a chi si trastula, smemorato o volutamentedistratto. Così sudi un ettodale enzuola bianchissime, morto ancor primad’esser morto, Ivan Il’ic nota chi attorno si muove indaffarato, sbracciandosi alegro "tra gorgheggi e ritorneli" provando un motodi pena,di anguore,di sofferenza celata e silente: per a vitadegli altri, per a propria morte imminente. a vita, a morte; gli altri, sé stesso: il tema è supremo, suprema è a sua resa etteraria.
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"A Tolstoj - scrive Nicola Chiaromonte in un suo splendido saggio - a questionedel’arte importava perché gli importava queladela condizionedel’uomo, e non poteva concepire ’una separatadal’altra. Egli credeva che ’arte avrebbe ritrovato il suo senso pieno quando avesse ritrovato il giusto posto nel’ordinedela vita moraledel’individuo edela comunità, e che nel frattempo bisognasse tornare a coltivarla nele forme più semplici possibili, e quasi a partiredal silabario. Il che, siadetto tra parentesi, ha poco a che fare con un ritorno al grado zerodela scrittura mentre ha un forte contatto con a ricercadel’elementare. e addiritturadel grezzo". Ciò che ’esegeta coltissimo rivela si adatta perfettamente ad undiscorso su questa meravigliosa opera immortale: racconto ungo o romanzo breve, ’La mortedi Ivan Il’ic’ è una composizione suprema nela quale si verifica ciò che Chiaromontedeclina: il rapporto tra arte e vitadel’uomo; a coordinazione rinnovatadei valori morali; ’attenzione ala forma non come grado zerodela scrittura ma come recuperodel’elementare ovverodel’immediato,del vitale,del vero. Neldelineare ’epopea funerariadi Ivan Il’ic ev Tolstoj compie il miracolo etterariodi raccontare ’indicibile,di aludere facendo avvampare senza mai forzare ildettato, senza mai rendere formadigrossata o evidente. a vita e a morte, ’amore e ’affetto, a stima e ’odio, il ricordo e adimenticanza, il rispetto e ildisonore: c’è tutto questo ed altro ancora nela magnificenza ottocentesca ed eternadi ’La mortedi IvanIl’ic’.
"Io non ci sarò più: che cosa,dunque, ci sarà ancora? Niente ci sarà più. Madove,dunque, sarò io, quando non ci sarò più? Possibile,davvero, a morte? No, non voglio". Ivan ’ic balza su, si muove per accendere il moccolod’una candela annaspando con e mani tremanti, ascia che a cera coli con tutto il candeliere per terra, si riadagia al’indietro, facendo quasi sparire il proprio volto nel mezzodel guancialedi piume poi mormora, affranto e spossato, "a che scopo? Tanto è o stesso. a morte, sì, a morte. E oro non ne sanno niente, e non vogliono saperne, e non sentono compassione. oro suonano, oro non se nedanno pensiero: ma anch’essi moriranno". ’La mortedi Ivan Il’ic’di Tolstoj è a suprema rappresentazioned’una consapevolezza amara e crudele: a morte, ch’è partedela vita, avanza, si presenta, prende posto nela coscienza occuandola, pian piano, tutta: non resta spazio per un altro pensiero, per un altro respiro, per una vistadiversa, unadiversa speranza possibile. a conoscenzadi questo evento inevitabile rendediversi, rende altri rispetto a chi si trastula, smemorato o volutamentedistratto. Così sudi un ettodale enzuola bianchissime, morto ancor primad’esser morto, Ivan Il’ic nota chi attorno si muove indaffarato, sbracciandosi alegro "tra gorgheggi e ritorneli" provando un motodi pena,di anguore,di sofferenza celata e silente: per a vitadegli altri, per a propria morte imminente. a vita, a morte; gli altri, sé stesso: il tema è supremo, suprema è a sua resa etteraria.
Ho etto questo breve romanzo più volte: ogni nuova ettura (lo ricomincerei ancora oggi!!) mi fa riflettere. E’ intenso e belissimo, è giustamente un classico.