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Scritti - 9788864339108
di Francesco Tommencioni Fatarella G. (cur.) edito da C&P Adver Effigi, 2018
- Prezzo di Copertina: € 20.00
- € 19.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Scritti
- Autori : Francesco Tommencioni Fatarella G. (cur.)
- Editore: C&P Adver Effigi
- Collana: Archivi riemersi , Nr. 62
- Data di Pubblicazione: 2018
- Genere: scienza politica
- Pagine: 348
- Curatore: Fatarella G.
- Dimensioni mm: 240 x 0 x 22
- ISBN-10: 8864339108
- ISBN-13: 9788864339108
Scritti: Un povero contadino, un uomo incolto e semianalfabeta: si rappresentava così Francesco Tommencioni quando prendeva parola in pubblico e attraverso la stampa. Nato nel febbraio 1856, era cresciuto nella solitudine dei monti e nello squallore della miseria. Lo ricordava intervenendo nel marzo 1895 a una serata di beneficenza, promossa al Teatro degli Unanimi dalla Società Operaia di Arcidosso. Per questa sua esperienza di vita, prima ancora di impararla dal socialismo aveva riconosciuto la necessità della lotta di classe, ma «combattuta civilmente», con l'esercizio del voto. Si era dato «anima e corpo» alla causa delle classi diseredate e si era battuto, alle elezioni del 1892, perché i suoi «fratelli di schiavitù e di sventura» prendessero coscienza della propria dignità di uomini, di cittadini elettori, «liberi e onesti». Quella sera dunque, al Teatro degli Unanimi, respinse l'elemosina della carità e reclamò per i poveri il lavoro e il diritto al rispetto, anche se mancavano di istruzione e di educazione civile
A poor farmer, an uncultivated and semi-illiterate man: Francesco Tommencioni was represented in this way when he spoke in public and through the press. Born in February 1856, he had grown up in the solitude of the mountains and in the squalor of misery. He recalled this by speaking in March 1895 at a charity evening, promoted to the Theatre of the Unanimous by the Worker Society of Arcidosso. For this life experience, before he even learned it from socialism, he recognized the need for class struggle, but "civilly fought", with the exercise of voting. He had given himself "soul and body" to the cause of the disinherited classes and had fought, in the elections of 1892, for his "brothers of slavery and misfortune" to become aware of their dignity as men, of elective citizens, "free and honest". That evening, therefore, at the Theatre of the Unanimous, he rejected the alms of charity and proclaimed for the poor work and the right to respect, even if they lacked education and civil education
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