Il diritto al cospetto della politica - 9788849519891

Il diritto al cospetto della politica: Tra fine Ottocento e primi del Novecento, nella fase critica di passaggio dalla mediazione rappresentativa del Parlamento come 'organo' dello 'Stato-persona', sul modello giusformalistico, alla democrazia come 'organizzazione' del suffragio da parte dei nuovi protagonisti della politica (partiti, sindacati, 'corporazioni'), Vincenzo Miceli ridimensiona la rappresentanza 'giuridica' dello Stato risalendo ai corpi intermedi della società, secondo un fenomeno "spontaneo" di "naturale" affermazione dei capaci all'interno del proprio "organismo" di appartenenza. Luigi Rossi, senza mettere davvero in discussione l'impianto formalistico, ritiene comunque opportuno non neutralizzare l"esperienza' politica, determinante per la definizione dell'elemento giuridico. Manfredi Siotto Pintòr riqualifica i ruoli di governanti e governati in base alla considerazione realistica della democrazia per la legittimazione della sovranità. Pur con certi limiti tipici del liberalismo tardo-ottocentesco, le considerazioni dei tre giuristi sulla rappresentanza politica recano segni di sorprendente 'modernità'.
Between the late nineteenth and early twentieth century, in the critical stage of transition from mediation representative of Parliament as ' organ ' of the ' State-person ', giusformalistico, democracy as ' organization ' of suffrage by new protagonists of politics (political parties, unions, ' ' Guild), Vincenzo Miceli resizes up to State representation ' legal ' intermediary bodies of society, according to a spontaneous phenomenon of "natural" affirmation of capable within its "organism". Luigi Rossi, without really put into question the formalistic system, considers appropriate not to neutralize political experience, decisive for the legal element definition. Manfredi Saki Pint??r upgrading the roles of Governors and governed according to the realistic consideration of democracy for the legitimisation of sovereignty. Albeit with certain typical limits of liberalism in the late 19th century, the considerations of the three jurists on political representation bear signs of surprising ' modernity '.