Ermeneutica del riconoscimento. Fondazione filologica di un concetto - 9788857553115

Ermeneutica del riconoscimento. Fondazione filologica di un concetto: Interpretare con criteri filologici alcuni testi-chiave della tradizione occidentale permette di articolare una teoria del riconoscimento fondata su criteri razionali, che, partendo da un intento conoscitivo (comprendere l'essenza soggettiva, propria e altrui), approdi a una visione etica (il riconoscimento come base per orientarsi nei rapporti interpersonali senza smarrimenti irrazionalistici). Ma permette anche di rintracciare nelle due linee platonica e aristotelica, magnificamente sintetizzate nel pensiero kantiano, due autentici fils rouges della tradizione occidentale, infinitamente ripensati e rinnovati dagli autori più apparentemente lontani per spazi e tempi: il riconoscimento si dimostra cioè la base irrinunciabile di ogni ermeneutica che tenti di dirsi esaustiva. Non un semplice percorso a elenco sinottico si è dunque voluto presentare qui al lettore, bensì la ricostruzione minuziosa, fondata sull'interpretazione dei testi, dei "meccanismi" mentali grazie ai quali negli autori presentati il riconoscimento diventa possibile, indicando già, nella possibilità del proprio stesso prodursi, un tentativo di delineazione di un soggetto consapevole di sé, e in rivolta perenne contro la morte, propria e altrui. Prefazione di Michele Napolitano.
To interpret with philological criteria some key texts of the Western tradition allows to articulate a theory of the recognition based on rational criteria, which, starting from a cognitive intent (to understand the subjective essence, own and others), The approach to an ethical vision (recognition as a basis for orienting oneself in interpersonal relationships without irrationalistic loss). But it also allows to trace in the two lines platonic and Aristotelian, magnificently synthesized in the thought Kantiano, two authentic films rouges of the Western tradition, infinitely rethought and renewed by the authors more seemingly far away for Spaces and Times: recognition proves to be the indispensable basis of every hermeneutic that tries to be said to be exhaustive. Not a simple path to the synoptic list was therefore wanted to present here to the reader, but rather the meticulous reconstruction, founded on the interpretation of the texts, the mental "mechanisms" thanks to which in the authors presented the recognition becomes possible, Indicating already, in the possibility of its own being produced, an attempt to delineation of a subject aware of oneself, and in perennial revolt against the death, own and others.