Wiera Gran. L'accusata - 9788806209704

Wiera Gran. L'accusata: Un piccolo appartamento buio, pieno di documenti, oggetti di scena, fotografie. Una donna anziana che vi si nasconde, come in un bunker o in una prigione: protetta e allo stesso tempo imprigionata dalle mura dei suoi ricordi. Quella donna, ormai devastata nel corpo e nella mente, è Wiera Gran. Sembra impossibile a guardarla adesso, ma è la stessa persona che, giovane e bellissima, l'osserva dalle fotografie che tappezzano le pareti della casa. Era una cantante. Varsavia, 1941. Anche durante l'occupazione, gli ebrei del ghetto tentano di tenere in piedi una parvenza di vita, qualcosa che renda meno insopportabile la realtà della segregazione, le quotidiane violenze, lo spettro incombente dello sterminio. Alcuni caffè sono rimasti aperti e tra questi lo Sztuka è il più elegante, il più ricco, quello dove si riunisce sia l'intellighenzia del ghetto sia i personaggi più ambigui: quelli che avevano ancora soldi da sperperare, denaro fatto chissà come, forse collaborando con i tedeschi. Allo Sztuka suona Wladyslaw Szpilman, il "pianista" protagonista del film di Polanski: ma all'epoca Szpilman era un semplice accompagnatore, una spalla. La vera stella, l'artista che faceva riempire il locale, era lei, Wiera Gran. Entrambi, a differenza delle loro famiglie, dei loro parenti e amici, sopravvivranno alla guerra e alla Shoa. Eppure il destino che li attende è molto diverso: la memoria di Wiera verrà letteralmente rimossa dalla storia e lei accusata di essere stata una collaborazionista.
A small dark apartment, filled with documents, props, photographs. An elderly woman who hides himself, as in a bunker or in a prison: protected and at the same time imprisoned by walls of his memories. That woman, now devastated in body and mind, Wiera Gran. It seems impossible to look at it now, but it's the same person, young and beautiful, the look from photographs that cover the walls of the House. She was a singer. Warsaw, 1941. Even during the occupation, the Jews of the ghetto trying to maintain some semblance of life, something that makes less unbearable reality of segregation, the daily violence, the spectre of extermination. Some caf??s stayed open, among them the Sztuka is the most elegant, the richest, the one where you meet both the intelligentsia of the ghetto is more ambiguous characters: those who still had money to waste, money done somehow, perhaps by collaborating with the Germans. The Sztuka sounds Wladyslaw Szpilman, Polanski's "pianist" film: but Szpilman was a mere accompanist, a shoulder. The real star, the artist who did fill the local, was she, Wiera Gran. Both, unlike their families, their friends and family, will survive the war and the Holocaust. Yet the fate that awaits them is very different: the memory of Wiera will literally removed from history and she accused of being a collaborator.