Karma clown. Dispacci da una nazione iperreale - 9788899767051

Karma clown. Dispacci da una nazione iperreale: Mumbai è una sterminata babilonia di strade, culture, grattacieli e slum, e Altaf Tyrewala ne è il suo cantore più smaliziato. Prescindendo - e anzi spesso parodiando - dai riti triti e dai consunti esotismi, come pure dalle messinscene di Bollywood e dagli stereotipi tutti spezie ed epopee famigliari barocche e orientaleggianti a uso e consumo di turisti e lettori, Tyrewala con una scrittura nitida e un'ironia sferzante ci guida nei meandri più angusti, laddove si nascondono scorci di un'India tragicomica che di certo non troverete in nessuna Lonely Planet. In bilico tra iperrealismo e fantastico (proprio come la nazione intera), all'ombra di foreste tropicali o immersi in uno smog asfissiante, cialtroni e pagliacci umani, troppo umani si arrabattano tra festival letterari ciofeca, ritiri spirituali e librerie di seconda mano. E finisce che un clown di plasto-plastica voglia smettere di fare la mascotte di una multinazionale del fast-food, che un regista di film porno anticolonialista catechizzi la sua attricetta esitante e che per una donna delle pulizie il bene più prezioso sia una bottiglia di acqua minerale. Come in un'eterna ruota dell'esistenza, abbiamo la possibilità di reincarnarci di volta in volta in uno di questi stralunati personaggi inabissati nelle contraddizioni dell'agire umano, sempre lo stesso, a qualsiasi latitudine. D'altronde, in una nazione e in una megalopoli così caotiche e sovrappopolate, l'individuo, inerme con i suoi problemi, è sempre schiacciato contro la massa.
Mumbai is a boundless Babylon of roads, culture, skyscrapers and slums, and Altaf Tyrewala is her most canny motorcyclist Cantor. Leaving aside--and indeed often parodying-rites mince and worn out Bollywood productions, as well as from exotica and stereotypes all Baroque and Oriental spices and family epics in the use and consumption of tourists and readers, a sharp and ironic writing Tyrewala lashing guides us into the tightest, where lurk glimpses of a tragicomic India that certainly you won't find in any Lonely Planet. Poised between hyper-realism and fantastic (just like the entire nation), shaded by tropical forests or dumped in a suffocating smog, scoundrels and human, all too human clowns you struggle between literary festivals ciofeca, retreats and second-hand bookshops. And ends that a plastic plasto-clown wants to stop making the mascot of a multinational fast-food, an anti-colonialist catechizzi films her starlet filmmaker hesitant and that for a cleaning lady the most valuable asset is a bottle of mineral water. As in an eternal wheel of existence, we can we reincarnate from time to time in one of these weird characters sunk in the contradictions of human action, always the same, at any latitude. Moreover, in a country and in a megalopolis so chaotic and overpopulated, the individual harmlessly with its problems, it is always pressed against the ground.