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«Cavato dal spagnuolo e dal franzese». Fonti e drammaturgia del «Cerceriere di sé medesimo» di Lodovico Adimari e Alessandro Melani (Firenze 1681) - 9788869952333
di Nicola Usula edito da Pacini Editore, 2019
- Prezzo di Copertina: € 25.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: «Cavato dal spagnuolo e dal franzese». Fonti e drammaturgia del «Cerceriere di sé medesimo» di Lodovico Adimari e Alessandro Melani (Firenze 1681)
- Autore: Nicola Usula
- Editore: Pacini Editore
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: letteratura italiana: critica
- Argomento : Teatro barocco
- Pagine: 262
- Dimensioni mm: 232 x 0 x 26
- ISBN-10: 8869952339
- ISBN-13: 9788869952333
«Cavato dal spagnuolo e dal franzese». Fonti e drammaturgia del «Cerceriere di sé medesimo» di Lodovico Adimari e Alessandro Melani (Firenze 1681): «Se mi si chiedesse di sintetizzare in due parole la trama del Carceriere di sé medesimo di Lodovico Adimari e Alessandro Melani (Teatro del Cocomero, Firenze, 1681), direi che non racconta altro che l'amore contrastato del principe e della principessa di due regni nemici, in cui si innesta l'espediente dello scambio di persona. Questo equivoco, o "dato di fatto falso", è innescato da un poveretto (di mezzi e di comprendonio) che indossa l'armatura abbandonata dal principe e perciò si ritrova incarcerato, nientemeno che sotto la custodia di quest'ultimo, il quale diventa così carceriere "di sé medesimo". Se a questo dramma per musica si togliessero il tempo dello sviluppo drammatico, l'abilità poetica e teatrale di Adimari, e gli affondi "affettuosi" della musica di Melani, non rimarrebbe che una storia smilza e neppure troppo avvincente, pane per i denti dei detrattori dell'opera del Seicento, che ancora continuano a pensare al melodramma postmonteverdiano come a una "cacciata dall'Eden". Eppure, nonostante la trama semplice e un finale più che scontato, questo dramma per musica racconta molte più storie e più mondi di quanto non paia a prima vista. Si tratta infatti di una delle numerosissime revisioni dell'Alcaide de sí mismo di Calderón de la Barca (1651), mediata dalla versione francese che ne diede Thomas Corneille sotto il titolo Le geôlier de soi-mesme (1655): nel 1681 a Firenze andò dunque in scena il risultato artistico dell'incontro di almeno tre diverse culture teatrali. Gli esiti letterari e teatrali delle varie combinazioni di questi mondi hanno attirato l'att
"If I were asked to summarise in two words the plot of the Prisoner himself by Lodovico Adimari and Alessandro Melani (Teatro del Watermero, Florence, 1681), I would say that it tells nothing more than the contrasted love of the prince and princess of two enemy kingdoms, where the gimmick of the exchange in person is grafted. This misunderstanding, or "fact false", is triggered by a poor man (of means and comprehizing) who wears the armor abandoned by the prince and therefore finds himself incarcerated, none other than in the custody of the latter, who thus becomes a prisoner "of himself same." If this drama for music were taken away from the time of dramatic development, the poetic and theatrical skill of Adimari, and the "affectionate" lunges of Melani's music, it would remain but a slender story and not even too compelling, bread for the teeth of detractors of the work of the seventeenth century, which still continue to think of the postmonteverdian melodrama as a "hunt from Eden". Yet, despite the simple plot and a more than obvious ending, this music drama tells far more stories and more worlds than it does at first glance. It is in fact one of the many revisions of the Alcaide de s' mismo of Calderon de la Barca (1651), mediated by the French version that gave Thomas Corneille under the title Le ge'lier de soi-mesme (1655): in 1681 in Florence the result was staged. at least three different theatrical cultures. The literary and theatrical outcomes of the various combinations of these worlds have attracted the
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