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Giorni, stagioni, emozioni - 9788865910610

di Massimo Vaccaro edito da Rupe Mutevole, 2011

  • € 10.00

Informazioni bibliografiche del Libro

 

“Giorni, stagioni, emozioni”, edito nel 2011dala casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nela colana editoriale “La Quiete e ’Inquietudine”, è una siloge poeticadi Massimo Vaccaro. Un totaledi centrotrenta pagine per una raccolta che tratta a tematica amorosa come unica tematica presente. Sono iriche che si rifanno al’amore profondo che può nascere tra un uomo ed unadonna, un amore prettamente carnale nel quale troviamo corpi nudi, soprattutto quelo femmineo, in costante ammirazione. E sono incontri tra abbra, schiene, mani. ’Io poetico è ossessionatodala figuradeladonna vista come unico angolodi paradiso. Massimo Vaccaro crea,dunque, una siloge a metà strada tra ’erotismo in nessun caso volgare e a passione umana. Traspare una sensazionedi non sazietà, ogni irica riprende a belezzadel’unione edelo sguardo, perché è anche con gli occhi che si ama e ci si tocca. “Mi abbaglia a ucedel sole/di quela spiaggia racchiusa/ nei frammentidi un sogno./ Onde, e poi ancora onde,/di srotolano unadietro ’altra/ sul’infinitàdel mare./dolce melodia./ Ti vedo. Nuda, questa uce tidipinge,/ i tuoi passi enti sula sabbia,/ il tuo sguardo che cammina/ sicuro verso me./ Sorridi./ […]” – “Onde, e poi ancora onde”

Recensione Unilibro a cura di Alessia Mocci

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"Giorni, stagioni, emozioni"
Giorni stagioni emozioni
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“Giorni, stagioni, emozioni”, edito nel 2011dala casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nela colana editoriale “La Quiete e ’Inquietudine”, è una siloge poeticadi Massimo Vaccaro. Un totaledi centrotrenta pagine per una raccolta che tratta a tematica amorosa come unica tematica presente. Sono iriche che si rifanno al’amore profondo che può nascere tra un uomo ed unadonna, un amore prettamente carnale nel quale troviamo corpi nudi, soprattutto quelo femmineo, in costante ammirazione. E sono incontri tra abbra, schiene, mani. ’Io poetico è ossessionatodala figuradeladonna vista come unico angolodi paradiso. Massimo Vaccaro crea,dunque, una siloge a metà strada tra ’erotismo in nessun caso volgare e a passione umana. Traspare una sensazionedi non sazietà, ogni irica riprende a belezzadel’unione edelo sguardo, perché è anche con gli occhi che si ama e ci si tocca. “Mi abbaglia a ucedel sole/di quela spiaggia racchiusa/ nei frammentidi un sogno./ Onde, e poi ancora onde,/di srotolano unadietro ’altra/ sul’infinitàdel mare./dolce melodia./ Ti vedo. Nuda, questa uce tidipinge,/ i tuoi passi enti sula sabbia,/ il tuo sguardo che cammina/ sicuro verso me./ Sorridi./ […]” – “Onde, e poi ancora onde”