La memoria dell'albero - 9788828200154

La memoria dell'albero: Joan e Jan, nonno e nipote, sono legati da un filo indissolubile. Per questo Jan fa salti di gioia quando viene a sapere che i nonni lasceranno Vilaverd per trasferirsi a Barcellona, a casa sua. Ma, con i sensi acuti tipici dell'infanzia, non tarda a capire che qualcosa non va. Il nonno non è più lo stesso. Mentre i suoi genitori fanno il possibile perché la quotidianità scorra come sempre, Jan coglie il cambiamento nei gesti mancati, nelle parole non dette o sussurrate dietro una porta chiusa, nel cucù che Joan, orologiaio, non sa più riparare. Persino quella lettera che è sempre esistita, la o che separa i nomi di Jan e Joan, gli appare una ferita aperta, minacciosa, un foro che inghiotte il volto del nonno, portandolo ogni giorno un palmo più lontano da lui: «Prima se ne andrà la memoria, poi io». Nel commovente sforzo di non lasciarlo andare, Jan si tiene stretto alle storie del nonno, per costruire e conservare i ricordi che vivono nel cuore, non nella testa, e che per questo non possono svanire. Vi si aggrappa con la tenacia dei bambini, come Joan aveva fatto con il suo salice piangente ferito da un fulmine, che a undici anni lo aveva guarito accarezzandolo con una mano di foglie, poco prima di essere abbattuto.
Joan and Jan, grandfather and granddaughter, are bound by an indissoluble thread. That's why Jan jumps for joy when she learns that her grandparents will leave Vilaverd to move to Barcelona, to her home. But, with the acute senses typical of childhood, it is not long before you realize that something is wrong. Grandfather's not the same anymore. While her parents do what they can to make everyday life flow as usual, Jan captures the change in missed gestures, in unspoken or whispered words behind a closed door, in the cuckoo that Joan, watchmaker, can no longer repair. Even that letter that has always existed, the or that separates the names of Jan and Joan, appears to him an open, menacing wound, a hole that swallows his grandfather's face, carrying him every day a palm further from him: "The sooner the memory will go , then I." In the moving effort of not letting him go, Jan holds on to her grandfather's stories, to build and preserve the memories that live in the heart, not in the head, and that's why they can't fade away. He clings to it with the tenacity of the children, as Joan had done with her weeping willow wounded by lightning, which at eleven had healed him by stroking him with a hand of leaves, just before being shot down.