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Cinema e pittura. Condivisioni, presenze, contaminazioni - 9788895967325

di Luc Vancheri edito da Negretto, 2018

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Informazioni bibliografiche del Libro

  • Titolo del Libro: Cinema e pittura. Condivisioni, presenze, contaminazioni
  • AutoreLuc Vancheri
  • Editore: Negretto
  • Collana: Studi cinematografici , Nr. 2
  • Data di Pubblicazione: 2018
  • Genere: arti
  • Pagine: 216
  • Traduttore: Prezzavento C.; Rossi C.
  • ISBN-10: 8895967321
  • ISBN-13:  9788895967325

 

Cinema e pittura. Condivisioni, presenze, contaminazioni: Il cinema non viene dalla pittura, eppure le idee sull'immagine e sull'arte elaborate dal primo non possono essere adeguatamente restituite senza il riferimento alla seconda. Di nuovo il rapporto di queste arti va ben oltre gli effetti della presenza della pittura nel film (biografia di pittori, opere citate, recupero di modelli e forme). Piuttosto, occorre evidenziare l'insieme di conoscenze e pratiche, di problemi e soluzioni che il cinema sperimenta a contatto con la pittura. Come si passa dalla pittura al cinema? Dall'impressionismo ai fratelli Lumière? Dal XIX al XX secolo? Il cinema, per alcuni, arriva a liberare la pittura (E. Faure); per altri riesce a realizzare un'idea di arte totale che l'opera pittorica non poteva o non riusciva a realizzare (S. M. Eisenstein); per altri ancora ha compiuto una grande riforma dell'idea stessa di arte (W. Benjamin). Queste tesi sorgono anche quando il nascente cinema e la pittura in crisi mostrano chiaramente la loro reciproca attrazione: è l'inizio di un'intensa sperimentazione incrociata. Tutto viene condiviso. Le ricerche e sperimentazioni della pittura sono esplorate e riprese nel cinema (H. Richter, V. Eggeling); alle nuove forme cinematografiche guardano con interesse artisti come F. Léger e M. Duchamp; oppure i cineasti intervengono direttamente sul film con tecniche pittoriche (S. Brakhage). Gli approcci privilegiati da questo libro di estetica sono stimolanti contributi alla storia tanto delle immagini che dell'arte.
The cinema is not painting, yet the ideas on the image and art developed from the first cannot be properly returned without the reference to the second. Again the relationship of these arts goes far beyond the effects of the presence of the painting in the movie (biography of painters, works cited, retrieving patterns and shapes). Rather, we need to highlight the body of knowledge and practices, and solutions that cinema experience in contact with painting. How do I switch from painting to cinema? From Impressionism to the Lumi??re brothers? From the 19th to the 20th century? Cinema, for some, comes to free painting (e. Faure); for other succeeds in realizing an idea of total art that the painting could not or could not achieve (s. m. Eisenstein); for still others it accomplished a major reform of the very idea of art (w. Benjamin). These arguments arise even when the nascent cinema and painting in crisis clearly show their mutual attraction: it is the beginning of an intense cross-experimentation. Everything is shared. The research and experimentation of the painting are explored and resumed in the cinema (h. Richter, v. Eggeling); new forms of cinematographic look with interest artists like f. L??ger and m. Duchamp; or the filmmakers involved directly on the film with painting techniques (s. Brakhage). Privileged approaches from this book of aesthetics are inspiring contributions to the history of images of art.

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