Badlands. I luoghi mitici della frontiera americana e la cultura di massa - 9788826404066

Badlands. I luoghi mitici della frontiera americana e la cultura di massa: (...)Ma dalle colt alle chitarre, dai cavalli alle motociclette, dalle piste alle highway, dal cinema alla fiction seriale, resta il dato di fatto di un mito della frontiera capace di suscitare, negli USA e all'estero, immagini di grande impatto emotivo e visivo. Gli eroi della frontiera, il Lone Rider, l'Easy Rider, l'American Sniper, sembrano evocare un mondo in cui nulla è dato ma tutto è da scoprire e da cambiare, lungo la pista così come lungo l'highway o le distese infide del Medio Oriente. A differenza del cavaliere western, tuttavia, quello contemporaneo può accorgersi che la frontiera è chiusa, che il suo è solo un viaggio destinato a finire, che il mondo è dato e delimitato (però al cinema nel 2015 c'è The Martian ) e che, per l'Easy Rider, non c'è posto se non nei sogni. Come dice Peter Fonda "Siamo fregati". E da qui la disillusione, tanto più forte quanto più ci si accorge di essere "just like all the rest" e l'american dream, più che essere scontato, diviene il termine di paragone con cui negli USA si misura la distanza tra sogni e realtà, ancora più difficile da accettare nel momento in cui l'insistente globalizzazione ha eroso il ruolo sociale della middle class, tradizionale riserva identitaria da cui attingere, per qualsiasi politico, nei momenti chiave della storia del paese (e nulla come la famiglia di Howard Cunningham ha rappresentato meglio l'età dell'oro di questa classe sociale ).
(...) But from colts to guitars, from horses to motorcycles, from tracks to highways, from cinema to serial fiction, the fact remains of a myth of the frontier capable of arousing, in the USA and abroad, images of great emotional and visual impact. The heroes of the frontier, the Lone Rider, the Easy Rider, the American Sniper, seem to evoke a world in which nothing is given but everything is to be discovered and changed, along the track as well as along the highway or the treacherous expanses of the Middle East. Unlike the western knight, however, the contemporary one can realize that the border is closed, that his is only a journey destined to end, that the world is given and delimited (but in the cinema in 2015 there is The Martian) and that, for the Easy Rider, there is no place except in dreams. As Peter Fonda says, "We're screwed." And hence the disillusionment, all the stronger the more one realizes that one is "just like all the rest" and the American dream, rather than being taken for granted, becomes the term of comparison with which in the USA the distance between dreams and reality is measured, even more difficult to accept at a time when insistent globalization has eroded the social role of the middle class. It is a traditional reservoir of identity from which to draw, for any politician, at key moments in the country's history (and nothing better than Howard Cunningham's family has better represented the golden age of this social class).