Confessioni di un ciclista mascherato - 9788868368791

Confessioni di un ciclista mascherato: L'autore di questo libro è un corridore di alto livello, che ha preso parte con successo a tutti i grandi Giri - Francia, Italia, Spagna -, alle Olimpiadi e a tutte le classiche più importanti. Ha raccontato la sua storia ad Antoine Vayer, ex allenatore professionista, ora giornalista di spicco, già collaboratore di Le Monde e Liberation, considerato uno dei più grandi conoscitori di questo mondo. Il motivo per cui il ciclista deve restare anonimo è facile: è ancora in attività e non vuole restare disoccupato. Perché quel che racconta non fa piacere a nessuno. Un girone infernale, così viene descritto il sistema del ciclismo professionistico. Il carrozzone festante delle gare, i tifosi lungo le strade e tutta l'epica che accompagna le tappe sono solo uno scenario, dietro cui si svolgono i veri giochi. Molto di quello che va in scena è concordato, sia all'interno delle squadre che tra corridori di squadre avversarie. I ruoli, dal leader al gregario alla nuova promessa, e a volte i risultati, sono spesso assegnati preliminarmente e ben poco è lasciato al caso. I ciclisti, vittime e complici di questo sistema, sanno che la carriera ad alti livelli dura poco, un anno vale due per loro, e che non ci vuol molto a venire estromessi dal gioco e perdere valore. Per questo la concorrenza è spietata e ogni atleta è disposto a qualunque sacrificio per restare al top. Vita famigliare, divertimento, vacanze, amicizie, la vita del ciclista è una rinuncia continua. Compresa la salute, perché il doping è dato per scontato da tutti, ciclisti, manager, sponsor. Sono gli stessi che, quando qua
The author of this book is a high-level runner, who took part successfully in all Italy, France, Spain-Grand Tours-, the Olympics and all the most important classics. He told his story to Antoine Vayer, a former professional coach, now a prominent journalist, former Assistant to Le Monde and Liberation, considered one of the greatest connoisseurs of this world. Why the cyclist must remain anonymous is easy: it is still in business and don't want to be unemployed. Because what says does not please anyone. A circle of hell, so describes the system of professional cycling. The cheering competition bandwagon fans lining the streets and all the epic that accompanies each phase is just one scenario, behind which the real games. Much of what goes on stage is agreed, both within the teams that among runners of opposing teams. The roles, from the leader to gregarious to the new promise, and sometimes the results are often assigned in advance and very little is left to chance. Bicyclists, victims and complicit in this system, knows that his career at the highest level is short, one year is two for them, and we don't want very much to be ousted from the game and lose value. For this competition is fierce and every athlete is willing to make any sacrifice to stay at the top. Family life, fun, holidays, friendship, life of the cyclist is a waiver continues. Including health, because doping is taken for granted by everyone, cyclists, managers, sponsors. Are the same as when here