Quei travolgenti anni '60 - 9788860748164

Quei travolgenti anni '60: Una lotta contro il tempo che passa. C'è l'ostinazione di una resistenza nel racconto che Franco Venanti svolge da un decennio all'altro della sua vita, stavolta approdando agli anni Sessanta. Il tempo lavora a erodere la memoria e ad allontanare ciò che è accaduto in una prospettiva sempre più stretta fino a farlo svanire, la penna, invece, fissa, conserva, sottrae all'oblio e consegna a futura memoria. Si scrive anche per questo, soprattutto quando si scrive di sé e di quello che si è vissuto. Venanti si schernisce, non sono uno scrittore, ma non è questione di patenti o titoli - e poi chi li dovrebbe consegnare? sicuramente non le Accademie depositarie dei presunti diplomi... - conta il bisogno di scrivere, la necessità che si avverte di affidare alla pagina qualcosa che ti appartiene e condividerla con gli altri. Certo, è un gesto che può nascondere una presunzione, il rischio di una esibizione esotica, ma non è la scrittura sempre - anche quando non sembra - uno specchio in cui si cerca di fissare un riflesso di quello che si è? Il profilo di un identikit che si accumula un tratto dopo l'altro fino a comporre una qualche fisionomia in cui riconoscersi?
A race against time. There's the stubbornness of a resistance in the story that Franco Valen place from a decade of his life, this time arriving from the 1960s. Time works to erode the memory and dismiss what transpired in a closer perspective until it vanish, however, pen sets, preserves, deprives the oblivion and delivery for posterity. He also writes for this, especially when writing about himself and of what has been lived. Valen scoffing, I'm not a writer, but it's not about driving licences or securities-and who should deliver them? definitely not the academies confessors of the alleged diplomas ...-counts the need to write, the need is felt to entrust to the page something of yours and share it with others. Sure, it's a gesture that can hide a presumption, the risk of an exotic exhibition, but it's not the writing always-even when it seems-a mirror in which we try to establish a reflection of what you are? The profile of a sketch that accumulates a stroke after another up to compose a few features that recognize each other?