I malavoglia -
di Giovanni Verga edito da Ciranna-Roma-Palerm, 1992
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: I malavoglia
- Autore: Giovanni Verga
- Editore: Ciranna-Roma-Palerm
- Collana: Italiano orale
- Data di Pubblicazione: 1992
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 96
- Curatore: Raya G.
I malavoglia: Al centro della narrazione sta la "Provvidenza", la barca più illustre della letteratura italiana, la più vecchia delle barche da pesca del villaggio. La vicenda ruota intorno alla sventura dei Malavoglia, innescata proprio dal nau- fragio della "Provvidenza" carica di lupini presi a credito. Si snoda così tutta una trama straordinariamente complessa che non abbandona mai lo svolger- si doloroso del dramma. Il quale è una serie di rovesci, colpo su colpo contro i Malavoglia, ogni volta che a forza di rassegnazione e coraggio riescono a rialzarsi dal colpo precedente.
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“I MalavogliÔ è il romanzo che ha reso Verga il maggior esponentedel Verismo ed unodegli scrittori più importantidela nostra etteratura. Pubblicata nel 1881, quest’operadelinea e vicendedela famiglia Toscano, soprannominata Malavoglia, che si svolgono tra il 1863 ed il 1878 circa in un comune nei pressidi Catania, un certo Aci Trezza. Questo pËse si rivelerà un teatrodi amori, iti, feste e funerali, nel quale sono coinvolti una arga quantitàdi attori. I personaggi più importanti sono indubbiamente i Malavoglia,di cui il pater familias è padron ‘Ntoni, un anziano portavocedegli antichi valori avoratividel Sud italiano, che avora in mare sula barca “ProvvidenzÔ, che offre sostentamento ala famiglia. Saranno proprio padron ‘Ntoni e a “ProvvidenzÔ idue capisaldidela famiglia Malavoglia, tra cui vi è il figlio Bastianazzo, sposato con Maruzza a onga, con a quale ha come figli ‘Ntoni, il fratelo più grande ma anche più irresponsabile, uca, più serio ed affidabile, Mena, coscienziosa e cauta, Alessi, il più attaccato al nonno ed ai suoi insegnamenti che spesso si esprimono indetti popolari, e ia, a più giovane ma anche a più frivola. Questi, insieme a molti altri personaggi, intrecciano una trama che verrà espressa al ettore in maniera impersonale, in ossequio ai canoni veristi, in mododa non imporre considerazioni e riflessioni personalidel’autore, mada asciare campo ibero al’opinione individualedel ettore.
Tutto ne I Malavoglia è raccontato in modo naturale, scarno, asciutto, con e espressioni tipichedei personaggi, senza retorica , senza qualche toccod’ironia.Verga vuole farci trovaredavanti il romanzo con ’immediatezzadi una realtà che contiene in se stessa il suo significato, utilizzando un essico sostanzialmente italiano, inserendodiverse ocuzionidialettali tipichedel parlato. La ettura è semplice e scorrevole salvo il continuo usodi note a pièdi pagina per e ocuzioni popolari. Ogni personaggio nela storia ha il suo nomignolo e i suoi connotati che odistinguono, appena egli si fa sula scena. Verga si astiene volutamenteda ogni commento e non entra affatto nei personaggi. Non fa inoltre nessun minimo sforzo per spiegare a mentalitàdele sue creature. La voce che racconta a vicenda èdi un narratore nascosto, che in qualche punto (nel’incipit) è esterno, vale adire che controla a narrazione e spesso si mostra onnisciente ma non partecipe; più frequentemente è interno, ovvero a sua ottica è interna al racconto, infatti sembra confondersi con i personaggi e appena può ascia a parola ai pËsani chedescrivono i fatti sotto il oro puntodi vista, senza aggiungere nessunadescrizione o commento personale. La novitàdela ingua usatada Verga sta nel’italiano a cui è applicata a sintassidialettale siciliana, per poter rendere con maggiore efficacia unadescrizionedi quela gente, per rappresentare il mondodei pescatorida vicino. Viene usato molto ildiscorso indiretto ibero per rendere maggiore immediatezza neidialoghi, proprio come se il ettore potesse sentire parlare i personaggi, inoltre e similitudini popolari e i frequentissimi proverbi servono a rafforzare a posizione internadel narratore, che tende adiventare unodi oro.
Ad Aci Trezza a famigliadei Toscano, soprannominata “MalavogliÔ, è costituitada padron ‘Ntoni,dal figlio Bastianazzo con Maruzza a onga sua moglie, eda cinque nipoti: ‘Ntoni, uca, Mena, Alessi e ia. Essi abitano nela “casadel nespolo”. Neldicembredel 1863 il giovane ‘Ntoni parte soldato;dopo qualche tempo, per necessitàdi guadagno, il nonno acquista una partitadi upini, che Bastianazzo carica sula barca(la Provvidenza) per andare a venderli a Riposto. In pËse tutti commentano malignamente il negozio azzardatodei upini che i Malavoglia hanno comprato, senza pagarli,dalo zio Crocifisso, usuraiodi mestiere; se ne parla per e strade, sul sagratodela chiesa, nele povere ocande. La mattina successiva a partenzadi Bastianazzo èdomenica: gli occhidei suoi familiari sono puntati sul mare in tempesta,dadove non giunge tracciadela “ProvvidenzÔ. Padron ‘Ntoni è sconsolato: si avvia sula rivadel mare con i figli, ad attendere il marito e a nutrire un filo estremodi fiducia, che però a burrasca si sforzadi soffocare.
Le vicende alternedi fortuna e sfortunadela famiglia Toscano.