Chiara Dynys. Ediz. a colori - 9788842224488

Chiara Dynys. Ediz. a colori: A metà degli anni ottanta, in tempi di Neo-espressionismo viscerale o di scritture dell'inconscio, Chiara Dynys ha intrapreso un lavoro artistico che esprimeva un forte bisogno di progettualità, diciamo pure di ordine, visivo e mentale, al culmine di tanto disordine pulsionale. Le ricerche degli anni novanta, nell'ambito delle quali si è distinta, sono stati infatti contrassegnati da un nuovo bisogno di distacco emotivo, di razionalità progettuale. Gli anni erano quelli del Postmodernismo ormai declinante, ma anche quelli della crisi della ragione classica, e quella generazione di artisti si trovava ad affrontare un compito non da nulla: riprendere il pensiero critico che quella crisi aveva generato senza produrre alcun "nichilismo reattivo', nessun accomodamento ideologico, nessuna visione del mondo organica, e consolatoria. Naturalmente, anche nessun ritorno all'ordine modernista. Non a caso l'astrazione geometrica che sorgeva in quegli anni proprio in reazione all'espressionismo esasperato ("Neo Geo" et similia) non si voleva come una nuova normativa, ma attraversava i variegati campi della trasgressione. Una razionalità che contiene la propria trasgressione, o l'evocazione di una normativa meritevole più di essere contraddetta che adempiuta, così potremmo definire il lavoro di Dynys in quei tempi.
In the mid-1980s, in times of visceral or Neo-Expressionism Scriptures of the unconscious, Chiara Dynys embarked on an artistic work which expressed a strong need for planning, Visual and mental order, say, at the culmination of so much disorder of drives. The research of the 1990s, as part of which stood out, were in fact marked by a new need for emotional detachment, of rationality. The years were those of postmodernism now declining, but also those of the crisis of reason and that generation of artists was facing a task not from nothing: resume critical thinking that that crisis had generated without producing any "no ideological, no reactive nihilism bridging organic worldview, and comforting. Of course, no return to order. Not surprisingly the geometric abstraction that stood in those years just in reaction to Expressionism exasperated ("Neo Geo" et similia) not wanted as a new regulation, but ran through the varied fields of transgression. A rationality that contains its own transgression, or summoning a law worthy of being contradicted that fulfilled, so we can define the work of Dynys during those times.