«...Perché lo coltivasse e custodisse» - 9788880713395

«...Perché lo coltivasse e custodisse»: L'intento di questo studio, senza pretesa di completezza né di esaustività alcuna, si precisa in una riflessione sull'esperienza liturgica della Chiesa quale momento della storia della salvezza in cui è celebrato il mistero di Cristo per l'uomo. In particolare, tre approcci caratterizzano il percorso intrapreso: biblico, storico e teologico. La liturgia si presenta come l'esperienza storico-salvifica, il vissuto esistenziale nel quale la Chiesa vive l'opus redemptionis di Cristo nel mistero-evento espresso dal rito. Condizione fondamentale per non falsificare questo approccio è quella di interpretare la liturgia come esclusiva e univoca traccia rituale o come cornice rubricistica nella quale di svolgono azioni cultuali periferiche all'esistenza tese a tratteggiare un Dio senza volto e lontano dal vissuto umano. L'atteggiamento peculiare è quello di un processo di ascolto della tradizione della Chiesa senza pregiudizi, senza ipocrisie e senza filtri, al fine di intravvedere in essa la continuità di una professione di fede, di Israele prima e in seguito della comunità cristiana, che nella liturgia esprime il significato della sua sequela Christi. L'orizzonte ermeneutico nel quale intendiamo porci lungo la proposta di questo itinerario di indagine è costituito da tre dimensioni particolari: la Scrittura, la celebrazione, l'etica. L'attenzione peculiare sarà quella di individuare le dinamiche, attraverso le diverse epoche storiche e culturali, che hanno condotto e sviluppato, oppure inceppato, l'interazione tra Parola, liturgia e vita. Questa è la preziosa eredità che il Concil
The purpose of this study, without claiming to be complete or exhaustive, is specified in a reflection on the liturgical experience of the Church as a moment in the history of salvation in which the mystery of Christ for man is celebrated. In particular, three approaches characterize the path taken: biblical, historical and theological. The liturgy presents itself as the historical-salvific experience, the existential experience in which the Church lives the opus redemptionis of Christ in the mystery-event expressed by the rite. A fundamental condition for not falsifying this approach is that of interpreting the liturgy as an exclusive and univocal ritual trace or as a rubricistic framework in which cultic actions are carried out peripheral to existence aimed at outlining a faceless God far from human experience. The peculiar attitude is that of a process of listening to the tradition of the Church without prejudice, without hypocrisy and without filters, in order to glimpse in it the continuity of a profession of faith, of Israel first and then of the Christian community, which in the liturgy expresses the meaning of its sequela Christi. The hermeneutical horizon in which we intend to place ourselves along the proposal of this itinerary of investigation consists of three particular dimensions: Scripture, celebration, ethics. The special attention will be to identify the dynamics, through the different historical and cultural periods, that have led and developed, or jammed, the interaction between Word, liturgy and life. This is the precious legacy that the Concil