Saturnia Tellus. L'anima dei luoghi - 9788849849905

Saturnia Tellus. L'anima dei luoghi: La pretesa del mondo occidentale e moderno di fondare la propria superiorità sulla capacità di oggettivare la natura in una prospettiva di dominio mostra i suoi limiti. Il soggetto, separato dal suo contesto naturale, si sente alienato, nel momento in cui dissolve l'animazione della natura e la declassa a materia disponibile. Oltre alle preoccupazioni per la tenuta di un mondo sfruttato oltre il lecito, ciò ingenera malessere e disagio esistenziale. Bisognerebbe iniziare ad interrogarsi sul nostro attuale rapporto con la realtà che ci circonda, che è sempre più disanimata e sofferente. Una umanità che distrugge sistematicamente le proprie radici si condanna a muoversi alienata in un deserto privo di senso. La psicologia, vedi ad esempio Hillmann, mette in guardia per l'eccesso di disagio che proviene dal mondo esterno, nel quale non riusciamo a riconoscerci. Un sintomo di questo malessere sono le diffuse fantasie apocalittiche, con cui si vorrebbe distruggere una realtà esterna sentita come opprimente. Quest'ordine di riflessioni, su cui convergono ormai pensatori di diverso orientamento e discipline, è ineludibile nella prospettiva di un riposizionamento intellettuale adeguato ai nuovi tempi.
The claim of the modern Western world and to establish their superiority on the ability to objectify the nature domain perspective shows its limits. The subject, separated from his natural environment, he feels alienated, when dissolving the animation of nature and the downgrade in the field available. In addition to concerns about the maintenance of a world exploited beyond the lawful, this leads to malaise and existential malaise. We should begin to question our current relationship with the world around us, which is increasingly overwhelmed with suffering humanity. A humanity that systematically destroys their roots are condemned to move alienated in a desert devoid of meaning. Psychology, see for example Hillmann, warns for the excess of discomfort that comes from the outside world, in which we fail to recognize. A symptom of this malaise are widespread apocalyptic fantasies, which would destroy an external reality experienced as oppressive. This order of reflections, on which converge now thinkers of different orientation and disciplines, is unavoidable in order to reposition intellectual adapted to new times.