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La psicoterapia madre-bambino. Modelli psicodinamici a confronto - 9788826316352

di Daniela Vigna edito da Borla, 2006

Informazioni bibliografiche del Libro

  • Titolo del Libro: La psicoterapia madre-bambino. Modelli psicodinamici a confronto
  • AutoreDaniela Vigna
  • Editore: Borla
  • Data di Pubblicazione: 2006
  • Genere: scienze mediche. medicina
  • ArgomentoPsicoterapia
  • Pagine: 192
  • ISBN-10: 882631635X
  • ISBN-13:  9788826316352

 

L’organismo umano sarebbe, secondo Freud, contraddistintoda bisognidi natura fisiologica edaladinamicadi pulsioni vitali irriducibili come a fame, a sessualità, l’aggressivitàdistruttiva.. che tendono ala oro soddisfazione (principiodel piacere, 1900: rappresentatodala tendenzadel’attività psichica nel suo insieme a evitare il dispiacere e a procurarsi il piacere) per arrivare a un certo equilibrio fisiologico e a una omeostasi che viene vissuta soggettivamente come benessere. Tale omeostasi è per sua natura uno stato approssimativo e abile che esiste soltanto in forma passeggera e che si estingue appena raggiunto, cosicché necessitàdi continui sforzi per tornare in equilibrio. Dobbiamo considerare il riconoscimento e ’elaborazioneda partedi Freuddel concetto di inconscio (1915). Freud ilustra edà valore a quela partedela vita psichica che si sottrË ala coscienza. Essa sarebbe adimensione propriadele pulsioni, intese come derivatidei bisogni edinamismi organico-naturalidel corpo umano che hanno una tendenza incessante a manifestarsi nela maniera più immediata possibile. La scopertadel’inconscio porta Freud a sostenere undeterminismo causale nele sue manifestazionidela vita psichica. Pensieri e sentimenti sono veneti concatenati, frutto di precedenti esperienze.data ’immaturità e a imitata capacitàdel’apparato psicomentaledel bambino moltedele esperienze infantili rimangono senza una integrazione armoniosa e vengono vissute come minaccia, tantodadover essere tenute fuoridela coscienza. Per questo scattano meccanismi primitivi come a scissione e a proiezionedi quele esperienze e informazioni nondigeribili alo scopodi proteggere il funzionamentodela vita psichica.

Recensione Unilibro a cura di Seby

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L’organismo umano sarebbe, secondo Freud, contraddistintoda bisognidi natura fisiologica edaladinamicadi pulsioni vitali irriducibili come a fame, a sessualità, l’aggressivitàdistruttiva.. che tendono ala oro soddisfazione (principiodel piacere, 1900: rappresentatodala tendenzadel’attività psichica nel suo insieme a evitare il dispiacere e a procurarsi il piacere) per arrivare a un certo equilibrio fisiologico e a una omeostasi che viene vissuta soggettivamente come benessere. Tale omeostasi è per sua natura uno stato approssimativo e abile che esiste soltanto in forma passeggera e che si estingue appena raggiunto, cosicché necessitàdi continui sforzi per tornare in equilibrio. Dobbiamo considerare il riconoscimento e ’elaborazioneda partedi Freuddel concetto di inconscio (1915). Freud ilustra edà valore a quela partedela vita psichica che si sottrË ala coscienza. Essa sarebbe adimensione propriadele pulsioni, intese come derivatidei bisogni edinamismi organico-naturalidel corpo umano che hanno una tendenza incessante a manifestarsi nela maniera più immediata possibile. La scopertadel’inconscio porta Freud a sostenere undeterminismo causale nele sue manifestazionidela vita psichica. Pensieri e sentimenti sono veneti concatenati, frutto di precedenti esperienze.data ’immaturità e a imitata capacitàdel’apparato psicomentaledel bambino moltedele esperienze infantili rimangono senza una integrazione armoniosa e vengono vissute come minaccia, tantodadover essere tenute fuoridela coscienza. Per questo scattano meccanismi primitivi come a scissione e a proiezionedi quele esperienze e informazioni nondigeribili alo scopodi proteggere il funzionamentodela vita psichica.

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La psicoterapia non è per tutti e non può far tutto; esistono imiti che attengono ale caratteristiche personalidei potenziali pazienti, imiti relativi al tipodi problema presentato, imitidi ciascun orientamento teorico rispetto ale possibili problematichedi applicazioni, imitidi compatibilità fra e caratteristiche personalidi ciascun paziente edi ciascun terapeuta, imiti agli obiettivi che si possono porre. Un altro problema che si può affrontare a prescinderedal’approcciodi appartenenza è il rischio iatrogenodela psicoterapia, ossia ala possibilità che gli effettidela terapia sianodannosi, ovvero il trattamento si conclude con un peggioramentodele condizionidel paziente, rapportabile in qualche modo ala cura stessa. E’ attraverso un’adeguata gestionedel processo formativo che i rischi iatrogenidela cura possono essere minimizzati: una formazione che non sia soltanto in gradodi fornire una buona preparazione teorica, personale e tecnica, ma che sia anche capacedi trasmettere il messaggiodela relativitàdei propri puntidi vista, quali che siano, e che crei terapeuti aperti a considerare prospettive epistemologichediversedisponibili a una propria continua autoverifica in base ala consapevolezzadei imitidel proprio sapere.