La luna di Fiume. 1919: il complotto - 9788823523081

La luna di Fiume. 1919: il complotto: 1919. Alla Conferenza della pace di Versailles gli alleati dell'Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, non trovano alcuna ragione - diplomatica, giuridica, politica - perché la città di Fiume venga data al nostro paese. Il nazionalismo italiano, in gran parte responsabile della partecipazione alla guerra, insorge con violenza e con profondo risentimento. Gabriele D'Annunzio occupa Fiume, avviando un movimento eversivo, palese e occulto, che da Fiume avrebbe dovuto svolgersi in una «marcia su Roma» per rovesciare il regime liberale e parlamentare e la stessa dinastia. Fu una cospirazione di personaggi e di eventi che operò nei modi più diversi per destabilizzare, in un dopoguerra drammatico, l'Italia. Lucio Villari ha posto questo momento storico, e la personalità e il ruolo svolto da D'Annunzio, al centro del suo racconto, grazie anche a nuovi documenti inediti. Ma chi è stato veramente D'Annunzio? Era la trasfigurazione letteraria, poetica, estetica della sua unicità intellettuale? Oppure mancavano in lui una autentica sensibilità morale e quella «coscienza della parola» che, come dirà Elias Canetti, è presente in ogni esperienza esistenziale e culturale? Molti storici sono inclini a vedere nell'«avventura di Fiume» la sostanziale inoffensività e impoliticità di D'Annunzio, ma i documenti, i ricordi dei contemporanei, i giudizi di acuti osservatori degli avvenimenti testimoniano altro. Fu infatti il fascismo - è utile ancora una volta sottolinearlo - a gestire e realizzare lo spirito, i sentimenti, la «parola» e le vocazioni distruttive di D'Annunzio e del dannunzia
1919. At the Versailles Peace Conference, the allies of Italy, the United States, Great Britain and France found no reason - diplomatic, legal, political - for the city of Rijeka to be given to our country. Italian nationalism, largely responsible for participation in the war, arises with violence and deep resentment. Gabriele D'Annunzio occupies Rijeka, initiating an eversive, obvious and occult movement, which from Rijeka should have taken place in a "march on Rome" to overthrow the liberal and parliamentary regime and the dynasty itself. It was a conspiracy of characters and events that operated in the most different ways to destabilize, in a dramatic post-war period, Italy. Lucio Villari has placed this historical moment, and the personality and role played by D'Annunzio, at the center of his story, thanks also to new unpublished documents. But who really was D'Annunzio? Was it the literary, poetic, aesthetic transfiguration of its intellectual uniqueness? Or did he lack an authentic moral sensitivity and that "consciousness of the word" which, as Elias Canetti will say, is present in every existential and cultural experience? Many historians are inclined to see in the "River Adventure" the substantial inoffensiveness and impoliticisity of D'Annunzio, but the documents, the memories of contemporaries, the judgments of acute observers of events testify to something else. It was fascism - it is useful once again to point out - that managed and realized the spirit, feelings, "word" and destructive vocations of D'Annunzio and the dannunzia