Geni buoni; geni cattivi. Storia di una passione per il DNA - 9788877507556

Geni buoni; geni cattivi. Storia di una passione per il DNA: Nel 1959, la scoperta della struttura molecolare del DNA, l'elegante "doppia elica", archivio e trasmettitore delle informazioni genetiche di quasi tutti gli organismi viventi, portò alla ribalta due giovani ricercatori dell'Università di Cambridge: James D. Watson e Francis Crick. Negli ultimi trent'anni, Watson ha dato un contribuito molto significativo alla divulgazione dei progressi scientifici d'interesse pubblico. Dalla lotta contro il cancro alle tecniche del DNA ricombinante, al Progetto Genoma Umano, i temi affrontati nei suoi scritti hanno il grande merito di essere un lucido tentativo di indirizzare il futuro della scienza verso il miglioramento della condizione umana, e le pagine raccolte in questo libro ne sono la testimonianza. I suoi interventi, in particolare quelli sulle implicazioni etiche della manipolazione genetica, hanno talora sollevato dispute veementi alle quali Watson, fiero oppositore di una biologia senza regole, non si è mai sottratto. Testimone diretto di un periodo di conquiste straordinarie, quest'uomo irriverente e coraggioso ci parla di sé, delle sue scoperte e di una scienza in parte già colonizzata da logiche industriali, con rigore e pacatezza, e con quel raro dono, la fiducia consapevole, che soltanto i grandi scienziati mostrano di possedere.
In 1959, the discovery of the molecular structure of DNA, the elegant "double helix", archive and transmitter of genetic information of nearly all living organisms, brought to the fore two young researchers from the University of Cambridge: James d. Watson and Francis Crick. Over the past 30 years, Watson has made a very significant contribution to the dissemination of scientific progress in the public interest. From fighting cancer to the techniques of recombinant DNA, the human genome project, the themes in his writings have the great merit of being a lucid attempt to direct the future of science towards the Betterment of the human condition, and the pages in this book are the witness. His works, especially those on the ethical implications of genetic engineering, have sometimes raised vehement disputes which Watson, fierce opponent of a biology without rules, never subtracted. Witnessed a period of extraordinary, irreverent and courageous achievements this man speaks of himself, of his findings and a science partly already colonized by industrial logic, with rigor and calmness, and with that rare gift, trust aware, that only great scientists show to own.