Io, pellerossa - 9788860360908

Io, pellerossa: La consapevolezza del ruolo marginale attribuitole dalla storia in quanto nativa, e per di più donna, fu la molla che spinse Sarah Winnemucca a tentare la via della scrittura. Nacque così il racconto di una vita, che è al contempo un pezzo di letteratura e di storia americane. Dalle pagine di Winnemucca emerge lo sforzo straordinario di una donna che tenta di disegnare uno spazio possibile di convivenza tra bianchi e indiani, pur senza risparmiare nulla alle crudeltà e alla corruzione della politica del governo di Washington. "Sono nata intorno al 1844, ma in quale giorno preciso non saprei dire. Ero solo una bambina quando i primi bianchi arrivarono nei nostri territori...": inizia così la storia di Winnemucca, e in poche righe ci troviamo in un mondo alla rovescia, dove i bianchi sono i "migranti", e tutta la loro vita è fatta di usanze e oggetti che mancano di un corrispettivo nella lingua dei nativi: "l'amico di carta" di Truckee - nonno di Sarah e importante capo indiano -' ovvero il lasciapassare guadagnato nella guerra contro il Messico; le "case viaggianti", cioè le carovane, e poi ancora la tavola, le sedie, i piatti e i bicchieri, oltre che l'immancabile fucile. Il tutto scandito da una consapevole ironia, svelata innanzitutto dall'uso dell'inglese, la lingua stessa dei dominatori.
Awareness of the marginal role attributed to it by the native history as, and on top of that woman, was the catalyst that pushed Sarah Winnemucca to try your way of writing. Thus was born the story of a life, which is both a piece of American history and literature. From the pages of Winnemucca emerges the extraordinary effort of a woman who tries to draw a possible space of cohabitation between whites and Indians, but did not save anything to the cruelty and corruption of Government policy in Washington. "I was born around 1844, but I couldn't tell exactly what day. I was just a kid when the first whites arrived in our territories ... ": thus begins the story of Winnemucca, and in a few lines, we find ourselves in a topsy-turvy world where whites are the" migrants ", and their whole life is made up of customs and objects that lack a counterpart in the language of the natives:" Truckee "card friend-Sarah's grandfather and important Indian Chief-' or the pass gained in the war against Mexico. the "mobile homes", IE the caravans, and then the table, chairs, dishes and glasses, as well as the obligatory gun. All punctuated by a conscious irony, first revealed by the use of English, the language of the rulers.