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Medea. Voci - 9788833571249
di Christa Wolf edito da E/O, 2019
- Prezzo di Copertina: € 11.90
- € 11.31
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Medea. Voci
- Autore: Christa Wolf
- Editore: E/O
- Collana: Le cicogne , Nr. 19
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 197
- Traduttore: Raja A.
- Dimensioni mm: 204 x 201 x 24
- ISBN-10: 8833571246
- ISBN-13: 9788833571249
Medea. Voci: Nel romanzo di Christa Wolf, Medea è una donna forte e libera, una "maga" depositaria di un "sapere del corpo e della terra". È questo "secondo sguardo" che le fa scoprire un orribile segreto nascosto nel sottosuolo del palazzo reale di Corinto. Medea dovrà pagare per aver svelato il crimine su cui si fonda il potere. Non saprà né vorrà difendersi perché - dopo aver abbandonato la natia Colchide, anch'essa macchiata di sangue innocente - non ha più radici né ideali che la sostengano. Dopo dieci anni da Cassandra, Christa Wolf torna al romanzo con "Medea", ricorrendo come in quella felice occasione alla riscrittura radicale del mito. La figura di Medea ci è stata consegnata da Euripide soprattutto come la madre che ha ucciso i propri figli, la violenza irrazionale contrapposta alla razionalità patriarcale della civiltà greca. Christa Wolf ribalta questa versione con una vera e propria indagine riallacciandosi alle fonti antecedenti Euripide. Postfazione di Anna Chiarloni.
In Christa Wolf's novel, Medea is a strong and free woman, a "magic" depositary of a "knowledge of the body and the earth". It is this "second look" that makes her discover a horrible secret hidden in the basement of the royal palace in Corinth. Medea will have to pay for undisclosed the crime on which power is based. She will not know or want to defend herself because - after abandoning her native Colchis, also stained with innocent blood - she no longer has roots or ideals to support her. After ten years with Cassandra, Christa Wolf returns to the novel with Medea, resorting as on that happy occasion to the radical rewriting of the myth. The figure of Medea was given to us by Euripides above all as the mother who killed her children, the irrational violence as opposed to the patriarchal rationality of Greek civilization. Christa Wolf reverses this version with a real investigation referring to the sources before Euripides.
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sedovessi usare una sola parola per far capire cosa ho sentitodurante a etturadi questo ibro, sarebbe toccante, in senso proprio fisico: ho sentito e parole più come carezze (o per megliodire schiaffi e graffi) addosso che come suoni o voci. la figuradi medea, o almeno a sua rappresentazione classica e più nota mi ha sempre affascinata, anzi adispettodele sue colpe, ha sempre suscitato il me grande ammirazione. medea a terribile. la wolf in questo ibro tentadi riscattare medeadal ruolodi traditrice, fratricida e infanticida, e con eidi riscattare a colchide e in senso argo i popoli barbari proprioda quel’accusadi barbarie, irrazionalità, arretratezza, negatività in generale rispetto ala splendente razionale grecia. è belissimo il personaggio che ci propone, così come è terribile, e pluasibilmente più veradela versione euripidea, a storiadi corintoda un ato edela colchidedal’altro.del tuttodiverseda quele a cui a tragedia greca ci ha abituato. d’altra parte, quale sia il vero messaggiodel’opera euripidea è tanto chiaro che non è poi tantodifficile pensare che sia stata scritta ad hoc per permettere al popolo grecodi autogiustificare certe atrocità. christa wolf esaspera ed esplicita ’inganno e ne approfitta anche per criticare a cultura patriarcale, che amadefinirsi più civiledi quela precedente, ma che in realtà commette atrocitàdi ivelo ancora peggiore, perchèdettatedala setedi potere e nondal’antica saggezza perduta. medea qui è ’emblemadel matriarcatodestinato a soccombere, è ’ultimadonna ibera, ’ultima che non sarà sottomessa, è a barbara su cui ricadranno tutte e colpe, è il farmacos che cacciatodala città si addosserà il maledidue popoli, e oro atrocità passate, presenti e future, non avrà nessuna speranza neppure per i figli, morti per colpadi essere suoi, è ’ultima scintiladi un fuoco antico, spento per sempre, annegato in un maredi brutalità velatadi raziocinio.