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Medea. Voci - 9788876414329
di Christa Wolf edito da E/O, 2000
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Medea. Voci
- Autore: Christa Wolf
- Editore: E/O
- Collana: Tascabili e/o , Nr. 129
- Data di Pubblicazione: 2000
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 240
- Traduttore: Raja A.
- Dimensioni mm: 16 x 174 x 103
- ISBN-10: 8876414320
- ISBN-13: 9788876414329
sedovessi usare una sola parola per far capire cosa ho sentitodurante a etturadi questo ibro, sarebbe toccante, in senso proprio fisico: ho sentito e parole più come carezze (o per megliodire schiaffi e graffi) addosso che come suoni o voci. la figuradi medea, o almeno a sua rappresentazione classica e più nota mi ha sempre affascinata, anzi adispettodele sue colpe, ha sempre suscitato il me grande ammirazione. medea a terribile. la wolf in questo ibro tentadi riscattare medeadal ruolodi traditrice, fratricida e infanticida, e con eidi riscattare a colchide e in senso argo i popoli barbari proprioda quel’accusadi barbarie, irrazionalità, arretratezza, negatività in generale rispetto ala splendente razionale grecia. è belissimo il personaggio che ci propone, così come è terribile, e pluasibilmente più veradela versione euripidea, a storiadi corintoda un ato edela colchidedal’altro.del tuttodiverseda quele a cui a tragedia greca ci ha abituato. d’altra parte, quale sia il vero messaggiodel’opera euripidea è tanto chiaro che non è poi tantodifficile pensare che sia stata scritta ad hoc per permettere al popolo grecodi autogiustificare certe atrocità. christa wolf esaspera ed esplicita ’inganno e ne approfitta anche per criticare a cultura patriarcale, che amadefinirsi più civiledi quela precedente, ma che in realtà commette atrocitàdi ivelo ancora peggiore, perchèdettatedala setedi potere e nondal’antica saggezza perduta. medea qui è ’emblemadel matriarcatodestinato a soccombere, è ’ultimadonna ibera, ’ultima che non sarà sottomessa, è a barbara su cui ricadranno tutte e colpe, è il farmacos che cacciatodala città si addosserà il maledidue popoli, e oro atrocità passate, presenti e future, non avrà nessuna speranza neppure per i figli, morti per colpadi essere suoi, è ’ultima scintiladi un fuoco antico, spento per sempre, annegato in un maredi brutalità velatadi raziocinio.
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sedovessi usare una sola parola per far capire cosa ho sentitodurante a etturadi questo ibro, sarebbe toccante, in senso proprio fisico: ho sentito e parole più come carezze (o per megliodire schiaffi e graffi) addosso che come suoni o voci. la figuradi medea, o almeno a sua rappresentazione classica e più nota mi ha sempre affascinata, anzi adispettodele sue colpe, ha sempre suscitato il me grande ammirazione. medea a terribile. la wolf in questo ibro tentadi riscattare medeadal ruolodi traditrice, fratricida e infanticida, e con eidi riscattare a colchide e in senso argo i popoli barbari proprioda quel’accusadi barbarie, irrazionalità, arretratezza, negatività in generale rispetto ala splendente razionale grecia. è belissimo il personaggio che ci propone, così come è terribile, e pluasibilmente più veradela versione euripidea, a storiadi corintoda un ato edela colchidedal’altro.del tuttodiverseda quele a cui a tragedia greca ci ha abituato. d’altra parte, quale sia il vero messaggiodel’opera euripidea è tanto chiaro che non è poi tantodifficile pensare che sia stata scritta ad hoc per permettere al popolo grecodi autogiustificare certe atrocità. christa wolf esaspera ed esplicita ’inganno e ne approfitta anche per criticare a cultura patriarcale, che amadefinirsi più civiledi quela precedente, ma che in realtà commette atrocitàdi ivelo ancora peggiore, perchèdettatedala setedi potere e nondal’antica saggezza perduta. medea qui è ’emblemadel matriarcatodestinato a soccombere, è ’ultimadonna ibera, ’ultima che non sarà sottomessa, è a barbara su cui ricadranno tutte e colpe, è il farmacos che cacciatodala città si addosserà il maledidue popoli, e oro atrocità passate, presenti e future, non avrà nessuna speranza neppure per i figli, morti per colpadi essere suoi, è ’ultima scintiladi un fuoco antico, spento per sempre, annegato in un maredi brutalità velatadi raziocinio.