Una Stanza tutta per sé. Ediz. integrale - 9788854120907

È ’insiemedele riflessioni che a Woolf ha buttato giù per a preparazione a una conferenzada tenere in un colege femminile. Tema: edonne e il romanzo. Questo mixdi immaginazione e saggistica si ottiene quando si ascia a mente a briglia sciolta in un brainstorming tra sé e sé. Si butta tutto nel setaccio e poi si passa. La Woolfdeve camminare sul sentiero perché il custode a tiened’occhio: è ’immaginedi ognidonna edei vincoli a cuideve sottostare. Anche per ei (per noi) comunque,dopotutto, è più comodo camminare sui sassetti puliti e ordinatidel sentiero. E alora a Woolf si interroga sul perchédi questa situazione andando oltre il tema che e avevanodato per a conferenza. Sul perché gli uomini scrivano così tantodidonne, sul perché edonne non sono ricche, sul perché edonne copiano gli uomini. Alcunedomande e ascia senza risosta. Ad esempio: per poter scrivere servono cinquecento al’anno ed una stanza tutta per sé, ma alora unadonna per avere il fuocodel’inteletto nondovrebbe far figli? Io non rispondo, ma portodue esempi:doris essing (Sotto a pele) e Sibila Aleramo (Unadonna). Una fantomatica soreladi Shakespeare, poetessa mancata, può risorgere,dice a Woolf, a patto che siano garantite e basi materiali. Dico io: a Woolf viveva comunque in un ambiente protetto, circondatadagli amicidi Bloomsbury,dove se uno era ricco, impiegava e ricchezze per istruirsi. Al giornod’oggi iodirei: a ricchezza è condizione necessaria ma non sufficiente per far resuscitare Judith Shakespeare.