Agricoltura contadina e lavoro giovanile. Ruolo pedagogico delle fattorie didattiche e sostenibilità ambientale - 9788838247088

Agricoltura contadina e lavoro giovanile. Ruolo pedagogico delle fattorie didattiche e sostenibilità ambientale: «Sostenibile» è uno degli aggettivi che da tempo egemonizza molta saggistica e chiama in causa temi come l'inquinamento, la vivibilità nei grossi conglomerati, il degrado delle periferie, il costante deterioramento dell'ambiente incapace di resistere all'aggressione di un progresso appiattito sul profitto e sulla ricchezza. Seppur lentamente, si sta facendo strada l'idea che si debba voltar pagina per lasciare alle future generazioni un bene, il Pianeta, di cui abbiamo goduto, ma che abbiamo ricevuto in prestito dalle generazioni passate per riconsegnarlo a chi verrà dopo di noi. Il tempo stringe, ma abbiamo a disposizione un patrimonio da spendere, la cultura, intesa nella sua più ampia accezione. Solo una piena consapevolezza del problema e la volontà di metterci alla prova potrà farci risalire la china. Il primo, forse l'unico vero destinatario di queste scelte epocali è la natura, dapprima considerata nemica, ora paradossalmente vittima dell'uomo. Ma la natura siamo anche noi, che abbiamo il potere di cambiare le regole del gioco. Per far ciò non possiamo più fare affidamento solo sulla tradizione e il buon senso. Urge un salto di qualità, dobbiamo dotarci di un bagaglio di conoscenze scientifico-tecniche adeguate. E da dove cominciare se non dal mondo agricolo contadino? Nella organizzazione lavorativa di una fattoria si trovano le condizioni ideali per una nuova sintesi tra il dire ed il fare, fra teoria e prassi, tra passato e futuro. Le fattorie agricole possono diventare un centro propulsore di cambiamento culturale, luoghi dove sviluppare un'imprenditorialità inte
"Sustainable" is one of the adjectives that has long hegemonized a lot of non-fiction and calls into question issues such as pollution, liveability in large conglomerates, degradation of the suburbs, the constant deterioration of the environment unable to resist to the aggression of a flattened advance on profit and wealth. Although slowly, the idea is gaining ground that we should turn the page to leave to future generations an asset, the Planet, which we have enjoyed, but which we have borrowed from past generations to return it to those who will come after us. Time is running out, but we have a wealth to spend, culture, understood in its broadest sense. Only a full awareness of the problem and the will to test ourselves can make us back on track. The first, perhaps the only true recipient of these epochal choices, is nature, first considered the enemy, now paradoxically a victim of man. But nature is also us, who have the power to change the rules of the game. We can no longer rely solely on tradition and common sense to do this. We need a leap in quality, we need to have a wealth of scientific and technical knowledge. And where to start but from the farming world? In the working organization of a farm there are the ideal conditions for a new synthesis between saying and doing, between theory and practice, between past and future. Agricultural farms can become a driving force for cultural change, places where we can develop entrepreneurship