L'invenzione del corpo. Dalle membra disperse all'organismo - 9788895967172

L'invenzione del corpo. Dalle membra disperse all'organismo: L'Occidente è il luogo di invenzione del corpo. Questo libro traccia il percorso genealogico che conduce alla nascita di tale concetto, un percorso che inizia con Platone e, passando attraverso varie altre voci, con Platone si conclude. Il filosofo greco dà infatti avvio a un "fraintendimento del corpo" che è quello del corpo-organismo. Ma nel periodo arcaico lo sguardo su questa realtà era molto diverso. La visione dell'uomo omerico è quella di un corpo che non c'è come intero, come tutto compiuto, perché l'uomo arcaico si offre nei gesti, nelle azioni, in una molteplicità di "agenti patici" che lo muovono. Un uomo senza corpo e senza anima, di cui Omero non descrive mai il viso. Solo in età classica il volto inizierà a fungere da cuspide del corpo-organismo, luogo della massima significatività, perché cartografia dei moti dell'anima. Da dove Platone trae invece la sua idea, matrice di tutte le successive scritture organiche del corpo? Non dalla medicina antica, bensì da una particolare pratica della scrittura: quella del discorso dialettico capace di unire il molteplice a partire dal centro nevralgico dell'idea. L'organicità del discorso, conquistata dal filosofo, si riflette sul corpo e conduce nel Timeo ad una piena costruzione organica.
The West is the place of invention of the body. This Book traces the genealogical path that leads to the birth of this concept, a path that begins with Plato and, passing through various other voices, with Plato concludes. The Greek philosopher In fact initiates a "misunderstanding of the body" that is that of body-organism. But in the archaic period the look on this reality was very different. The vision of the Homeric man is that of a body that is not as whole, as everything accomplished, because the archaic man offers himself in the gestures, in the actions, in a multiplicity of "pathetic agents" that move him. A man without a body and without a soul, of which Homer never describes his face. Only in Classical Age will the face begin to act as a cusp of body-organism, place of maximum significance, because cartography of the motions of the soul. Where does Plato instead draw his idea, an array of all the subsequent organic writings of the body? Not from ancient medicine, but from a particular practice of writing: that of dialectic discourse able to unite the manifold from the nerve center of the idea. The organicity of the discourse, conquered by the philosopher, is reflected on the body and leads in the Timaeus to a full organic construction.