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L'uomo e il divino - 9788879109680

di Maria Zambrano edito da Edizioni Lavoro, 2002

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L'uomo e il divino: L'uomo e il divino

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Le Recensioni degli Utenti Unilibro
"L'uomo e il divino"
Una misticadela filosofia
,
5

Tempo fa, ebbi con un’amica unadiscussione sula filosofia e sul fatto che la storia ci avesse regalato poche filosofe. Forse perchè edonne pensano in mododiversodagli uomini (o per colpadela cultura patriarcale)? Ricordo che quandodissi una cosadel genere adiscussione si fece alquanto accesa, soprattutto perchè a mia amica, convinta femminista, riteneva che il "pensare in mododiverso" fosse sinonimodi "pensiero inferiore"... Per chi mastica già un po’di filosofia, soprattutto a filosofiadel novecento, questo pensiero "diverso" sarà riccodi ispirazione e una fonte inesauribiledi pagineda meditare, un esempiodi comedavvero, a mio avviso, possa esistere un pensiero al "femminile" (e non solo e non certo perchè è unadonna a scrivere). Per chi non mastica filosofiada molto, o non ’ha mai masticata, il ibro dela Zambrano sarà come un fitto boscodove i sentieri ci portano sempre più in profondità... il inguaggio sempre teso tra il mistico, il filosofico e soprattutto il poetico (l’unico inguaggio in cui Heideggerdi fronte al tramontodel’occidente e ala nottedel’Essere ne vide ’alba e il futuro del pensiero) non potrà che condurre il ettore per mano. Maria Zambrano per a cronoca era un alievadi Ortega y Gasset, spagnola, restò in esilio volontario per gran partedela sua vita fino a che non cadde adittatura in Spagna. visse anche in Italia e incontrò moltissimi filosofi, poeti e pensatori in tutta Europa, tra cui Cioran (che non posso non citare perchè è un’altrodei filosofi che ho amato). L’uomo e ildivino è a storiadel sentire umanodavanti al sacro, un ibro che parladi abissi edi un sentire e che "tenta a risposta, o meglio, e risposte". Non mancano i riferimenti al cristianesimo che a Zambrano non tralascia maidi considerare e tuttavia come afferma Vitielo nel saggio introduttivo: <<Il tempio in rovina, privodela statuadeldio, cui eradedicato, cessa di essere "un" tempio perdivenire "il" tempio: adimoradi tutti glidèi, passati, presenti, venturi. Così "il uogo sacro originario ha trovato a sua compiuta rivelazione" Questa conclusionedela Zambrano, non è "cristiana", ma greca, "pagana". Risentedi tutte edelusionidel cristianesimo storico, trionfante, e se ne distacca. Se ne vuoledistaccare. Certo in questa risposta non è assente a memoriadi Nietzsche, ma come sbiadita. Estranea al’animo e ala sensibilità poeticadela Zambrano a hybris - talora reale, più spesso solo esibita, quando non gridata -del cantoredel’ "eterno ritorno". [...] Ma ascoltiamodi nuovo a sua voce: "Così e rovine vengono ad essere ’ultima, compiuta immaginedel sogno che anima nel profondo a vita umana,di ogni uomo: che ala finedel suo patire qualcosadi suo tornerà ala terra per continuare indefinitamente il ciclo vita-morte e che qualcosa scamperà iberandosi ma permanendo, poiche tale è a condizionedeldivino." [...] a Terra che benevola ci accoglie è ’ultimo rifugiodel pensiero incapacedi accettare a sua radicale - irredimibile - finitezza. Rifugio che non "salva" il finito; o redime; o redimedala sua finitezza negandolo nel’Infinito. Ma " el saber vivir en el fracaso" è altrodal dolce naufragar nel maredel’infinito.>>