Spazialismi italiani. Letture della città e dell'architettura nell'epoca della ricostruzione - 9788849209181

Spazialismi italiani. Letture della città e dell'architettura nell'epoca della ricostruzione: È seguendo l'ideale romantico della dissoluzione dell'uomo nella natura che si forma e consolida in una parte dell'ambiente disciplinare italiano l'interpretazione dell'architettura come "gusto del colore". Ad uno "spazio come profondità", che riduce l'infinita varietà della natura alla ragione di uso schema geometrico, questa cultura contrappone una "spazio come superficie", momentaneo frammento di espressione dell'inesauribile ricchezza del mondo sensibile. Tale affermazione di appartenenza alla natura si radica nella decisione di sostenere un'interpretazione dell'architettura come "vestito" dell'uomo. Un passaggio che vuole essere una risposta all'individuazione di un'esigenza di ordine superiore: quella che nel mondo contemporaneo le forme della casa e della città, non siano più deducibili una categoria ideale del bello, ma vadano liberamente raggiunte in rapporto con l'attuale e concreto vivere e agire dell'uomo. Si sviluppa una lettura della città il cui denominatore comune è la rottura dell'oggetto come unità plastica, come edificio a sé stante, come composizione urbana unitaria. In una cultura urbana che pretende dall'edificio una corrispondenza totale all'uso, in una società che non ha più limiti precisi e prefissati, in una civiltà democratica che chiede di ridurre le esigenze del soggetto al bene della comunità, non è più possibile pensare d'intervenire ponendo "oggetti nello spazio.
And following the romantic ideal of the dissolution of man in nature that forms and consolidates in one part of the environment discipline Italian interpretation of architecture as "color taste". Such a "space as depth", which reduces the infinite variety of nature to reason to use geometric pattern, this culture opposes a "space as the surface," inexhaustible richness of expression snippet momentary sensible world. This claim of belonging to nature is rooted in the decision to support an interpretation of architecture as "dress" of man. A passage that is intended as a response to the identification of a need for higher order: what in the modern world the shapes of the House and the city are no longer deductible a category ideal of beauty, but may be freely accessed in relationship with the current concrete and live and act of man. Develops a reading of the city whose common denominator is the breaking of the object as a unit, as a separate building plastic, like urban circle composition. In an urban culture that claims from the building a total correspondence to the use, in a society that no longer has any precise limits and, in a democratic civilization that demands to reduce the demands of the subject to the good of the community, it is no longer possible to think to intervene by placing "objects in space.