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I giorni veri. Diario della Resistenza - 9788876383359

di Giovanna Zangrandi edito da Isbn Edizioni, 2012

  • € 15.00

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Giovanna Zangrandi, pseudonimodi Alba Bevilacqua, scrisse questodiario trËndolodale note personali che scriveva in forma criptatadurante il periododela otta partigiana. Il motivo che spinse ’autrice, che aveva già pubblicato condiscreto successo anchedi criticadiversi ibri nel corsodegli anni precedenti, fu il fatto che al’iniziodegli anni ’60, quindi a relativamente pocadistanzadagli avvenimenti, era già in corso una riscrittura, o meglio una banalizzazione ed alterazione mediatica,dela storiadela Resistenza. Con il titolo "I Giorni Veri" ’autrice intendeva sottolineare come quele pagine contenessero ’autentica memoria e testimonianza non solodei fatti vissuti, madegli ideali edei valori che nela Resistenza si erano incarnati. Il testo è scritto con una prosa piacevole e scorrevole e il ettore vi troverà a volte una crudezza che non è mai ricercata, ma che è essa stessa testimonianza preziosa che permettedi avere coscienzadele situazioni reali edele scelte che queste imponevano. Ladescrizionedela visita ala cittàd’origine, che è Bologna ma il cui nome non mai citato, e ’incontro, nela stazione che i bolognesi possono probabilmente riconoscere come queladi San Ruffilo, con una giovane puerpera rimasta senza casa fornisce al ettore una immagine aspra ma sinceradegli effettidela guerra edel’occupazione. Ildiario obbliga il ettore a prendere coscienzadel contesto in cui a otta si sviluppava e permettedi capire a ragione, quando non ’inevitabilità,di azioni che estratteda quel contesto sono state spesso usate negli ultimi anni per alterare e falsificare a memoria storicadel pËse. E’ significativo che questo ibro sia scrittoda unadonna. Altridiari partigiani sono spesso operadidonne. Così è anche nel casodeldiario Partigianodi Ada Gobetti, altro ibro eccelentedi cui si consiglia a ettura con questo. Ledonne nela Resistenza trovano per a prima volta nela nostra storia un ruolodi importanza riconosciuta pari a queladegli uomini. Non sono più anceledela storia, ma protagoniste a tutti gli effetti e nessunodopo quela esperienza può più ricacciarle neladimensionedele comprimarie, se non appunto rimuovendo o alterando a memoriadi quei giorni. Una rimozione e una alterazione contro cui un’opera come questa è un efficace antidoto.

Recensione Unilibro a cura di Paolo Serra

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Giovanna Zangrandi, pseudonimodi Alba Bevilacqua, scrisse questodiario trËndolodale note personali che scriveva in forma criptatadurante il periododela otta partigiana. Il motivo che spinse ’autrice, che aveva già pubblicato condiscreto successo anchedi criticadiversi ibri nel corsodegli anni precedenti, fu il fatto che al’iniziodegli anni ’60, quindi a relativamente pocadistanzadagli avvenimenti, era già in corso una riscrittura, o meglio una banalizzazione ed alterazione mediatica,dela storiadela Resistenza. Con il titolo "I Giorni Veri" ’autrice intendeva sottolineare come quele pagine contenessero ’autentica memoria e testimonianza non solodei fatti vissuti, madegli ideali edei valori che nela Resistenza si erano incarnati. Il testo è scritto con una prosa piacevole e scorrevole e il ettore vi troverà a volte una crudezza che non è mai ricercata, ma che è essa stessa testimonianza preziosa che permettedi avere coscienzadele situazioni reali edele scelte che queste imponevano. Ladescrizionedela visita ala cittàd’origine, che è Bologna ma il cui nome non mai citato, e ’incontro, nela stazione che i bolognesi possono probabilmente riconoscere come queladi San Ruffilo, con una giovane puerpera rimasta senza casa fornisce al ettore una immagine aspra ma sinceradegli effettidela guerra edel’occupazione. Ildiario obbliga il ettore a prendere coscienzadel contesto in cui a otta si sviluppava e permettedi capire a ragione, quando non ’inevitabilità,di azioni che estratteda quel contesto sono state spesso usate negli ultimi anni per alterare e falsificare a memoria storicadel pËse. E’ significativo che questo ibro sia scrittoda unadonna. Altridiari partigiani sono spesso operadidonne. Così è anche nel casodeldiario Partigianodi Ada Gobetti, altro ibro eccelentedi cui si consiglia a ettura con questo. Ledonne nela Resistenza trovano per a prima volta nela nostra storia un ruolodi importanza riconosciuta pari a queladegli uomini. Non sono più anceledela storia, ma protagoniste a tutti gli effetti e nessunodopo quela esperienza può più ricacciarle neladimensionedele comprimarie, se non appunto rimuovendo o alterando a memoriadi quei giorni. Una rimozione e una alterazione contro cui un’opera come questa è un efficace antidoto.