Metamorfosi dei «topoi» nella poesia europea dalla tradizione alla modernità. Vol. 1: Figure della soggettività e «imitatio» dal romanticismo al decadentismo - 9788869955297

Metamorfosi dei «topoi» nella poesia europea dalla tradizione alla modernità. Vol. 1: Figure della soggettività e «imitatio» dal romanticismo al decadentismo: «Questa ricerca parte dal celebre studio Europaeische Literatur und Lateinisches Mittelalter (La letteratura europea e il Medio Evo latino) del 1948 dove Ernst Robert Curtius ricostruisce una linea di continuità tra antichità classica e letteratura europea moderna sulla base comune della letteratura latina medievale. Al progetto dello studioso tedesco, già concepito una ventina d'anni prima, era anche sotteso un intento politico, quello di individuare l'unità di questa tradizione nello spazio e nel tempo a fronte del caos spirituale contemporaneo avviato a deflagrare nel conflitto mondiale. Dello studioso spicca una immagine nella memoria che è a suo modo eroica, quella di un uomo che lavorava, negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, in una modesta biblioteca privata, dentro a un appartamento le cui finestre erano state frantumate dalla esplosione delle bombe. Qualcuno ha definito Curtius un "umanista della guerra fredda", alludendo al suo conservatorismo politico; ma quel progetto concepito negli anni '20-'30 della "trahison des clercs" appare come una risposta coerente alla grande sfida intellettuale e politica come la si percepiva in Germania in quegli anni, allorché egli portò a coscienza l'imminente caduta della "mente germanica", reagendo alla Krisis con la proposta di un umanesimo integrale fondato sulla retorica antica e, nella modernità, sulle sue matrici cristiane. Se questo libro è la aristocratica difesa di un ideale che possiamo chiamare "l'Europa dello spirito", è anche però il prodotto storico di una particolare generazione, quella che raggiunse la s
"This research starts from the famous study Europaeische Literatur und Lateinisches Mittelalter (European Literature and the Middle Latin Age) of 1948 where Ernst Robert Curtius reconstructs a line of continuity between classical antiquity and modern European literature based on the common basis of medieval Latin literature. The German scholar's project, already conceived some twenty years earlier, was also under the political intent, that of identifying the unity of this tradition in space and time in the face of the contemporary spiritual chaos that began to flare up in the conflict World. The scholar stands out an image in the memory that is in his own heroic way, that of a man who worked, in the last years of the Second World War, in a modest private library, inside an apartment whose windows had been shattered by the explosion bombs. Some have called Curtius a "Cold War humanist", alluding to his political conservatism; but that project conceived in the 1920s and 1930s of the "trahison des clercs" appears to be a coherent response to the great intellectual and political challenge as it was perceived in Germany in those years, when he brought to mind the imminent fall of the "mind Krisis with the proposal of an integral humanism based on ancient rhetoric and, in modernity, on its Christian matrices. If this book is the aristocratic defence of an ideal that we can call "the Europe of the spirit", it is also the historical product of a particular generation, the one that reached the