Robledo - 9788893250900

Robledo: Lavorare senza essere pagati: un'usanza che per molti, specie all'inizio, rappresenta il pegno da pagare per accedere al mondo del lavoro. Ma se, anziché essere una tappa obbligata, fosse una scelta consapevole o, peggio, il frutto di un'ossessione? Se là fuori, cioè, ci fossero delle persone che lavorano per il semplice piacere di farlo, di recarsi ogni giorno nello stesso luogo, indossare una divisa e, per otto, nove, dieci ore, mescolarsi ad altri al solo scopo di dare un senso alle proprie giornate, sapremmo riconoscerle? Sapremmo capirle? Sapremmo narrare le loro storie? Robledo racconta di questi spettri, della loro caparbia determinazione, dei loro deliranti "percorsi di liberazione" e lo fa a partire dalle tracce che si sono lasciati alle spalle: notizie di cronaca, interviste, biglietti d'addio, pagine di diario che la loro organizzazione, nata per necessità, ha via via generato. Questo libro, però, è anche la storia di Michele Robledo, del primo che ha parlato (e forse inventato) il loro mondo, i loro volti, le loro utopie. Oscuro, grottesco, feroce, poetico, questo originalissimo romanzo dà corpo a un nuovo modo di spiegare le contraddizioni della società in cui viviamo, interrogando il lettore a ogni pagina è spiazzandolo, perché, come afferma lo stesso protagonista: Ogni versione è ugualmente plausibile. Tutte, però, possono essere confutate, e nessuna smentita del tutto. A chi credere, dunque? Di chi diffidare?
Working without being paid: a custom that for many, especially at the beginning, represents the pledge to be paid to access the world of work. But what if, instead of being an obligatory stage, it was a conscious choice or, worse, the result of an obsession? If out there, that is, there were people working for the simple pleasure of doing so, of going every day to the same place, wearing a uniform and, for eight, nine, ten hours, mingling with others for the sole purpose of making sense of their days, we would know recognize them? Would we understand them? Could we tell their stories? Robledo tells of these ghosts, of their stubborn determination, of their delirious "paths of liberation" and he does so from the traces that have left behind: news stories, interviews, farewell cards, pages of diary that their organization, born out of necessity, has gradually generated. This book, however, is also the story of Michele Robledo, the first who spoke (and perhaps invented) their world, their faces, their utopias. Dark, grotesque, fierce, poetic, this original novel gives rise to a new way of explaining the contradictions of the society in which we live, questioning the reader on every page is dismaying him, because, as the protagonist himself says: Each version is equally plausible. All, however, can be refuted, and no denialatal at all. Who to believe, then? Who to be wary of?