Diciamolo in italiano. Gli abusi dell'inglese nel lessico dell'Italia e incolla - 9788820380335

Diciamolo in italiano. Gli abusi dell'inglese nel lessico dell'Italia e incolla: Nell'era del web e di internet, le parole inglesi si insinuano sempre più nella nostra lingua senza adattamenti e senza alternative. Spesso rendono gli equivalenti italiani obsoleti e inutilizzabili, cambiando e stravolgendo il nostro parlare in ogni settore. La politica è infarcita di tax, jobs act, spending review e di inutili anglicismi che penetrano persino nel linguaggio istituzionale (welfare, privacy, premier) e giuridico (mobbing, stalking) amplificati dai mezzi di comunicazione. Il mondo del lavoro è ormai fatto solo di promoter, sales manager e buyer, quello della formazione di master e di tutor, e tutti i giorni dobbiamo fare i conti con il customer care, gli help center o le limited edition delle offerte promozionali. Il risultato è che mancano le parole per dirlo in italiano. Questo saggio, divulgativo ma al tempo stesso rigoroso, fa per la prima volta il punto su quanto è accaduto negli ultimi 30 anni: numeri alla mano, gli anglicismi sono più che raddoppiati, la loro frequenza d'uso è aumentata e stanno penetrando profondamente nel linguaggio comune. Il rischio di parlare l'itanglese è sempre più concreto, soprattutto perché, stando ai principali dizionari, dal 2000 in poi i neologismi sono per quasi la metà inglesi. Finita l'epoca del purismo, la nuova prospettiva è il rapporto tra locale e globale: dobbiamo evitare che l'italiano si contamini e diventi un dialetto d'Europa, dobbiamo difendere il nostro patrimonio linguistico esattamente come proteggiamo l'eccellenza della nostra gastronomia e degli altri prodotti culturali.
In the era of the web and the internet, English words creeping more and more into our language with no adjustments and no alternatives. Often make Italian equivalents obsolete and unusable, changing and distorting our talk in every sector. Politics is full of tax, jobs act, spending review and unnecessary anglicisms that penetrate even into institutional language (welfare, privacy, premier) and legal (mobbing, stalking) amplified by the media. The world of work is now done only by promoter, sales manager and buyer, the formation of master and tutor, and every day we have to deal with customer care, the help center or the limited edition of promotional offers. The result is that they lack the words to say it in Italian. This essay, informative yet rigorous, do it for the first time the point about what has happened in the last 30 years: numbers in hand, anglicisms are more than doubled their frequency of use has increased and are penetrating deeply into the language common. The risk of talking the Liese is increasingly concrete, especially since, according to major dictionaries, from 2000 onwards neologisms are almost half British. Ended the era of purism, the new perspective is the relationship between local and global: we must prevent the Italian you contaminate and become a dialect of Europe, we must defend our linguistic heritage exactly how we protect the excellence of our cuisine and other cultural products.