Il lato fresco del cuscino. Alla ricerca delle cose perdute - 9788807892684

Il lato fresco del cuscino. Alla ricerca delle cose perdute: Le nostre vite sono segnate da oggetti che restano impressi nella memoria, come a scandirla con visioni e suoni che sembrano rimasti lì, a fissarci per sempre. Vittorio Zucconi affronta questo viaggio nel ricordo e ricuce i momenti di una vita popolata da personaggi straordinari. Così anche gli oggetti si animano e animano la scrittura: ci sono il ticchettio della Lettera 22 paterna a cadenzare le insonnie infantili e il videoregistratore Betamax, frutto dimenticato di anonimi ingegneri della Sony, per sfuggire alla noia asfissiante dei plumbei inverni sovietici. Ci sono i dibattiti metafisici sulla piadina perfetta di Milano Marittima e l'aereo scalcagnato della campagna presidenziale di Bush, che sembrava a ogni momento sul punto di schiantarsi ma offriva in cambio un posto in prima fila nello spettacolo della democrazia. E poi c'è l'ossessione ricorrente, la ricerca "illusoria e passeggera" per eccellenza, quella del lato fresco del cuscino. E può essere un ricordo di bambino - le vacanze in Romagna, l'afa dell'Adriatico e i letti intrisi di sudore - o l'alba della liberazione di Kuwait City, mentre in un albergo rovente di Dammam si cercava solo di dormire per non pensare alla "madre di tutte le guerre". Un viaggio nella memoria, una ricerca archeologica che diventa il romanzo di una vita, con quel poco di nostalgia che tutti ci possiamo concedere, ma qui ammaestrata dall'ironia del giornalista di razza.
Our lives are marked by objects that remain etched in memory, as if to scan it with visions and sounds that seem to remain there, staring at us forever. Vittorio Zucconi tackles this journey in remembrance and recolors the moments of a life populated by extraordinary characters. So also the objects animate and animate the writing: There are the ticking of the letter 22 paternal to Cadence children insomnia and the VCR Betamax, forgotten fruit of anonymous engineers of Sony, to escape the suffocating boredom of the glazes Soviet winters. There are metaphysical debates on the perfect piadina of Milano Marittima and the grungy plane of the Bush presidential campaign, which seemed at all times on the verge of crashing but offered in return a seat in the front row in the show of democracy. And then there is the recurrent obsession, the search "illusory and fleeting" par excellence, that of the fresh side of the pillow. And it can be a reminder of the child-the holidays in Romagna, the AFA of the Adriatic and the beds soaked in sweat-or the dawn of liberation of Kuwait City, while in a red-hot hotel Dammam was trying only to sleep not to think of the "mother of all wars." A journey in memory, an archaeological research that becomes the novel of a life, with the little nostalgia that we can all grant, but here trained by the irony of the journalist of race.