Sorella castagna fratello marrone si sfidano a singolar tenzone - 9788864625058

Sorella castagna fratello marrone si sfidano a singolar tenzone: Non parliamo dell'ultimo venuto, ma di una delle specie vegetali più antiche e importanti per il genere umano: il castagno. Senza di lui, senza il suo robusto legno adatto a costruire attrezzi e ripari e a scaldare il focolare nei freddi inverni, senza i suoi preziosi e gustosi frutti perfetti per produrre pane e polenta in infinite varianti, senza i suoi boschi che per millenni hanno protetto l'ambiente montano e i suoi abitanti dalla furia degli elementi e degli uomini, forse oggi non saremmo neppure qui. La cosiddetta "economia del castagno" è stata infatti alla base della vita nell'Appennino Tosco-Emiliano dal Medioevo all'inizio del secolo scorso. Ma più che un semplice mezzo di sussistenza, la castagna era un piccolo universo fatto di stagioni, di riti, di lavorazioni, di conoscenze tramandate di generazione in generazione. Attorno alla preziosa polpa chiara, dolce e nutriente, si raccoglieva un'intera comunità di mestieri, di saperi e di tradizioni. Poi qualcosa si è spezzato, nel rapporto tra l'uomo e questo straordinario gigante dei monti. I castagneti sono stati abbandonati, nuovi cibi e nuovi stili di vita hanno spazzato via la schietta umiltà delle mistocche e dei ciacci, dei necci e dei malfatti. Errare è umano, si sa, ma negli ultimi anni qualcosa si è riacceso sotto alle braci e una nuova auspicata stagione di amicizia tra l'uomo e i castagni - tra l'uomo e la sua terra - si sta inaugurando. In queste pagine vi presentiamo cinquanta tra coltivatori, mugnai, apicoltori, trasformatori e ristoratori della castagna e del marrone. Si racconta della rinascita di un
We do not speak of the last came, but of one of the oldest and most important plant species for mankind: the chestnut. Without him, without its sturdy wood suitable for building tools and shelters and to heat the fireplace during the cold winters, without its precious and tasty fruits ideal for producing bread and porridge in infinite variations, without its forests which for millennia have protected the mountain environment and its inhabitants from the elements and man, maybe we would not be here either. The so-called "economy of the chestnut tree" was in fact the basis of life in the Tuscan-Emilian Apennines from the middle ages to the beginning of the last century. But more than just a means of subsistence, the chestnut was a small universe of seasons, rites, processed, handed down from generation to generation. Around the precious light, sweet and nutritious pulp, gathered a whole community of crafts, of knowledge and traditions. Then something fell apart, in the relationship between man and this extraordinary giant steps. Chestnut groves were abandoned, new foods and lifestyles have wiped out the genuine humility of mistocche and ciacci, of necci and malfatti. To err is human, you know, but in recent years something has rekindled under the embers and a new season of friendship between man and wished i castagni-between man and his land-it is opening. In these pages we present fifty farmers, Millers, processors and restaurateurs, beekeepers and chestnut brown. It tells of the rebirth of a