L'infanzia dei dittatori - 9788893880480

L'infanzia dei dittatori: Il Novecento è stato non solo il «secolo breve» ma anche quello con la maggior concentrazione di dittature e quindi di dittatori. Ma personaggi come Hitler, Mussolini o Franco, Saddam Hussein o il sanguinario Bokassa, come hanno potuto diventare quello che poi sono diventati? Nella loro infanzia e prima adolescenza cosa ha scatenato la crudeltà che sarebbe esplosa nell'età adulta? Hitler e Stalin venivano picchiati dai padri ubriaconi. Saddam Hussein aveva un patrigno che lo trattava da schiavo e un amato zio materno, generale e golpista, che lo ha trasformato in un torturatore. Franco non perdonò mai al padre le sue scappatelle; da cui la morale rigida del franchismo. Certo, gli scenari familiari dei grandi dittatori erano disastrosi. Ma più che alla banalità del male, questo libro fa pensare ai disastri prodotti dall'assenza del padre, comune denominatore ai profili sanguinari raccontati da Véronique Chalmet in questo curioso saggio a cavallo fra psicologia, storia e cronaca familiare. E ci ricorda anche che, con la giusta dose di orrore, paura e violenza, in quell'età cruciale che è l'infanzia, forse ognuno di noi può trasformarsi in un mostro sanguinario.
The twentieth century was not only the 'short century' but also the one with the greatest concentration of dictatorships and therefore dictators. But characters like Hitler, Mussolini or Franco, Saddam Hussein or the bloodthirsty Bokassa, how could they become what they later became? In their childhood and early adolescence what triggered the cruelty that would explode into adulthood? Hitler and Stalin were beaten by drunken fathers. Saddam Hussein had a stepfather who treated him as a slave and a beloved maternal uncle, a general and a coupd, who turned him into a torturer. Franco never forgave his father his escapades; hence the rigid morality of Francoism. Of course, the familiar scenarios of the great dictators were disastrous. But rather than the banality of evil, this book makes us think of the disasters produced by the absence of his father, a common denominator to the bloodthirsty profiles told by Véronique Chalmet in this curious essay straddling psychology, history and family history. And it also reminds us that, with the right amount of horror, fear, and violence, at that crucial age that is childhood, perhaps each of us can turn into a bloodthirsty monster.