Il gruppo educativo. Luogo di scontri e di apprendimenti - 9788843016730

Il gruppo educativo. Luogo di scontri e di apprendimenti: Basta far "lavorare insieme" gli alunni per dar vita a un lavoro di gruppo e far emergere capacità mai espresse? Basta discutere con i colleghi dei problemi e dei vissuti che si sperimentano nella pratica professionale, per realizzare una comunicazione di gruppo e rendersi coesi e solidali? L'idea del gruppo come sfondo "di per sé" facilitatore si accompagna, generalmente, all'idealizzazione dell'"incontro", quale luogo privilegiato per l'acquisizione di apprendimenti e di capacità relazionali. Proponendo riflessioni e percorsi per un gruppo educativo - teso cioè a promuovere un'autonoma e responsabile progettualità esistenziale del soggetto nel rapporto positivo con gli altri - il volume sottolinea l'importanza dello "scontro". Con la soggettività dell'altro, se la si prende davvero in considerazione e la si rispetta, ci si scontra non ci si incontra, almeno inizialmente. Per arrivare all'incontro occorre lavorare a lungo, ridefinire i propri parametri di riferimento cognitivi e i propri repertori affettivo-comunicativi, acquisendone consapevolezza e attivando una tensione al cambiamento che lasci spazio all'emergere della differenza: propria e altrui.
Is it enough to make the students "work together" to create a group work and bring out skills never expressed? Is it enough to discuss with colleagues the problems and experiences that are experienced in professional practice, to achieve group communication and make oneself cohesive and supportive? The idea of the group as a facilitator background is generally accompanied by the idealization of the "encounter" as a privileged place for the acquisition of learning and relational skills. By proposing reflections and paths for an educational group - that is, aimed at promoting an autonomous and responsible existential planning of the subject in a positive relationship with others - the volume underlines the importance of "confrontation". With the subjectivity of the other, if you really take it into consideration and respect it, you clash, you don't meet, at least initially. To get to the meeting it is necessary to work for a long time, redefine one's cognitive reference parameters and one's affective-communicative repertoires, acquiring awareness and activating a tension to change that leaves room for the emergence of difference: one's own and others'.