La libertà di essere se stessi. Il giudice interiore e il conflitto tra dovere ed essere - 9788848128667

La libertà di essere se stessi. Il giudice interiore e il conflitto tra dovere ed essere: La comprensione dell'onnipresenza del Giudice interiore, sia personale sia come "grande fratello" collettivo, si è diffusa enormemente. Sembra ormai quasi accettata universalmente la presenza di questa struttura interna di controllo e sopravvivenza e degli effetti a dir poco ambivalenti che essa produce. Ciò non vuol dire che il riconoscimento diffuso e la comprensione (meno diffusa) di questa struttura psicosomatica si trasformino immediatamente in una diversa maniera di rapportarsi a se stessi e agli altri meno basata su giudizi e pregiudizi. "La libertà di essere se stessi" spiega chiaramente che non e sufficiente capire intellettualmente la portata degli effetti limitanti e distruttivi del Giudice interiore, ma come sia assolutamente necessaria una pratica costante di attenzione nella vita di ogni giorno. Ciò significa imparare a riconoscere le emozioni e i sentimenti legati all'attività di giudizio, le tensioni fisiche che li accompagnano, le paure, il senso di colpa, le vergogne, la frustrazione. Significa anche integrare interiormente questa comprensione e conoscenza di sé, e di conseguenza familiare i propri comportamenti, i modi di agire, il linguaggio stesso, in modo da cominciare a sostenere in noi stessi e nel mondo intorno a noi una visione e una pratica basate non sul conflitto e la divisione ma su cooperazione e solidarietà e il riconoscimento profondo della ricchezza della diversità.
Understanding the omnipresence of the inner judge, both personal and collective, as a "big brother" has spread enormously. It now seems almost universally accepted the presence of this internal structure of control and survival and ambivalent to say the effects that it produces. That is not to say that the widespread recognition and understanding (less widespread) of this structure immediately in a different manner of psychosomatic become relate to themselves and to others less based on judgments and prejudices. "The freedom to be yourself" clearly explains that not enough understand intellectually the flow limiting and destructive effects of the inner judge, but as is absolutely necessary a constant practice of attention in everyday life. This means learning to recognize emotions and feelings related to the activity of judgment, physical tension that accompany them, fear, guilt, shame, frustration. It also means integrating inwardly this understanding and knowledge of self, family and accordingly their behaviour, ways of acting, the language itself, so start supporting in ourselves and the world around us a vision and practice based not on conflict and Division but on cooperation and solidarity and deep recognition of the richness of diversity.