Quel che resta del mondo. Psiche, nuda vita e questione migrante - 9788874870677

Quel che resta del mondo. Psiche, nuda vita e questione migrante: La questione migrante riguarda da vicino tutti noi. Non solo e non tanto perché ci interpella quotidianamente nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole delle nostre città. Non solo perché diventa sempre più urgente capire cosa accade sulle altre sponde del Mediterraneo, ma anche perché i migranti sono ormai lo specchio di un passaggio collettivo, di una sfida in cui il riconoscimento e la difesa delle differenze si mescolano sempre più con la consapevolezza di una comune appartenenza all'umano. La questione è di una certa urgenza: il sistema economico e quello commerciale fungono da livellatori delle aspirazioni e delle narrazioni radicate nella tradizione. Tuttavia in questa parziale ma corrosiva dissoluzione delle culture, nella loro tendenziale riduzione a "nuda vita" qualcosa resta. In queste tracce le narrazioni riscoprono la capacità di attingere alla dimensione immaginale della vita. Ne troviamo il sapore nelle fiabe, nelle letterature creole, nel misticismo, nella critica post-coloniale, nel femminismo, nella teologia della liberazione, nel dialogo interculturale e inter-religioso, nella spiritualità capace di farsi mondo. Queste tracce spesso "invisibili", ciò che a ognuno resta e ciò che ognuno riscopre del mondo, sono un tesoro nascosto a cui ognuno può attingere, se ritroviamo il modo di condividere e di raccontare. La sfida delle nostre pratiche è questa: credere che lo "svantaggio" della nuda vita possa ricreare il mondo a partire da ciò che resta del mondo.
The migrant issue closely concerns us all. Not only because it challenges us every day in the streets, in the workplace, in schools of our city. Not only because it is becoming increasingly urgent to understand what happens on other shores of the Mediterranean, but also because the migrants have become the mirror of a collective step by a challenge in which the recognition and defense of the differences increasingly intermingle with the awareness of a common belonging to the human being. The issue is of some urgency: economic and commercial system serve as levelers aspirations and narratives rooted in tradition. However in this partial but corrosive dissolution of cultures, in their tendency to reduce to "bare life" something remains. In these tracks the narratives rediscovers its ability to tap into the imaginal size of life. We find the flavor in fairy tales, in creole literatures, mysticism, in post-colonial criticism in feminism, liberation theology, interreligious and intercultural dialogue, in the spirituality capable of world. These tracks often "invisible", what each one remains and what everyone can rediscover the world, are a hidden treasure that everyone can draw on, if we find a way to share and tell. The challenge of our practices is this: to believe that the "downside" of bare life can recreate the world from what is left of the world.