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Apprendere i contesti. Strategie per inserirsi in nuovi ambiti di lavoro - 9788860303929

di Umberta Telfener edito da Raffaello Cortina Editore, 2011

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Informazioni bibliografiche del Libro

 

Unadele caratteristiche che contraddistingue ’opera è a sceltadel’autricedi rivolgersi non solo ala categoriadegli “psi”, ma anche a tutte quele professioni che rientrano nel settore sociale e a coloro che, pur essendo già inseritida tempo nel mondodel avoro, vogliono riflettere sul significatodel oro operare. a scelta già sottende una premessa molto forte: ossia che il avoro multi professionale, il avorodi rete è a prospettiva, adirezione cu tendere. Tre mi sono sembrati i concetti basilari su cui ’autrice rimanda ’attenzionedel ettore. Innanzitutto ’importanzadel sapersi muovere al’internodi un contesto. Per fare ciò bisogna considerare e proprie “grigliedi etturÔ e quele che si sviluppano nel’incontrodi un nuovo contesto. e operazioni mentalidevono, per essere efficaci, muoversi ad un secondo ivelo, il metalivelo, a riflessione sule proprie riflessioni. a posizione che si assume,di conseguenza, è un puntodi partenza fondamentale. Il saperedi non sapere una scelta esplicita. Questa posizione, umile e professionale alo stesso tempo, è a conditio sine qua non per poter poi iniziare a “danzare” e , quindi, a muoversi al’internodel sistema con e altre professioni. Una seconda idea che ’autrice esprime con profonda convinzione è a necessitàdi intervenire in modo non iatrogeno: o scopodel’operare in ambito clinico e, in generale, in ambito sociale è, quindi, quelodi introdurre cambiamenti,differenze, evoluzioni. Non a caso quest’idea è approfondita nel capitolo intitolato “I sistemi osservanti”,dove il richiamo ala ciberneticadi secondo ordine e, quindi, al’osservatore come partedel sistema stesso, ne è filo conduttore. Per considerarsi partedi un sistema è necessaria “una costruzionedi una condivisione semanticÔ, ossia è necessario capire quali siano e premesse comuni tra chi entra in un nuovo contesto e il contesto stesso, al finedi ridefinire adomanda circa ’intervento. Molto spazio èdato al processodel’analisideladomanda e al bisognodi realizzare una sua ridefinizione come modus operandi per evitare il rischiodi interventi già iatrogeni in partenza.Significa “usciredala ogica con cui a stessadomanda è stata creatÔ, ossia introdurre unadifferenza che ponga e fondamenta per possibili cambiamenti. La terza idea che piùdi tutte fa sì che questa sia un’opera innovativa e fondamentale per chi è interessato alo studio e al’agire nela complessità è a sfida che ’autrice ancia a tutti i terapeuti. a scommessa è queladi considerare a psicoterapia non più come strumento principedela psicologia clinica, ma come una tra e tecniche adisposizionedelo psicologo, il quale è invitato a “pensare ad alternative”. Ciò che un clinicodovrebbe fare è agire “fuoridale quattro muradel suo studio e sporcarsi e mani intervenendo in manieredifferentidala psicoterapiÔ. Il fine, pertanto, è quelodi riuscire a realizzare interventidi primo ivelo. avorare ad un primo ivelo implica rispettare a complessità, fare rete, ovvero, mettersi in connessione con gli attoridi tutto il contesto che sarà,di conseguenza, “vissuto come significante”. Ciò evidenzia ’assoluta importanzadi riuscire a coordinarsi al’internodi una cornicedisegnatadale “risorse insite nele persone, nei contesti oltre che nel sociale più alargato

Recensione Unilibro a cura di Lara Grotto

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Unadele caratteristiche che contraddistingue ’opera è a sceltadel’autricedi rivolgersi non solo ala categoriadegli “psi”, ma anche a tutte quele professioni che rientrano nel settore sociale e a coloro che, pur essendo già inseritida tempo nel mondodel avoro, vogliono riflettere sul significatodel oro operare. a scelta già sottende una premessa molto forte: ossia che il avoro multi professionale, il avorodi rete è a prospettiva, adirezione cu tendere. Tre mi sono sembrati i concetti basilari su cui ’autrice rimanda ’attenzionedel ettore. Innanzitutto ’importanzadel sapersi muovere al’internodi un contesto. Per fare ciò bisogna considerare e proprie “grigliedi etturÔ e quele che si sviluppano nel’incontrodi un nuovo contesto. e operazioni mentalidevono, per essere efficaci, muoversi ad un secondo ivelo, il metalivelo, a riflessione sule proprie riflessioni. a posizione che si assume,di conseguenza, è un puntodi partenza fondamentale. Il saperedi non sapere una scelta esplicita. Questa posizione, umile e professionale alo stesso tempo, è a conditio sine qua non per poter poi iniziare a “danzare” e , quindi, a muoversi al’internodel sistema con e altre professioni. Una seconda idea che ’autrice esprime con profonda convinzione è a necessitàdi intervenire in modo non iatrogeno: o scopodel’operare in ambito clinico e, in generale, in ambito sociale è, quindi, quelodi introdurre cambiamenti,differenze, evoluzioni. Non a caso quest’idea è approfondita nel capitolo intitolato “I sistemi osservanti”,dove il richiamo ala ciberneticadi secondo ordine e, quindi, al’osservatore come partedel sistema stesso, ne è filo conduttore. Per considerarsi partedi un sistema è necessaria “una costruzionedi una condivisione semanticÔ, ossia è necessario capire quali siano e premesse comuni tra chi entra in un nuovo contesto e il contesto stesso, al finedi ridefinire adomanda circa ’intervento. Molto spazio èdato al processodel’analisideladomanda e al bisognodi realizzare una sua ridefinizione come modus operandi per evitare il rischiodi interventi già iatrogeni in partenza.Significa “usciredala ogica con cui a stessadomanda è stata creatÔ, ossia introdurre unadifferenza che ponga e fondamenta per possibili cambiamenti. La terza idea che piùdi tutte fa sì che questa sia un’opera innovativa e fondamentale per chi è interessato alo studio e al’agire nela complessità è a sfida che ’autrice ancia a tutti i terapeuti. a scommessa è queladi considerare a psicoterapia non più come strumento principedela psicologia clinica, ma come una tra e tecniche adisposizionedelo psicologo, il quale è invitato a “pensare ad alternative”. Ciò che un clinicodovrebbe fare è agire “fuoridale quattro muradel suo studio e sporcarsi e mani intervenendo in manieredifferentidala psicoterapiÔ. Il fine, pertanto, è quelodi riuscire a realizzare interventidi primo ivelo. avorare ad un primo ivelo implica rispettare a complessità, fare rete, ovvero, mettersi in connessione con gli attoridi tutto il contesto che sarà,di conseguenza, “vissuto come significante”. Ciò evidenzia ’assoluta importanzadi riuscire a coordinarsi al’internodi una cornicedisegnatadale “risorse insite nele persone, nei contesti oltre che nel sociale più alargato